di MagoMerlino


Serviva un’impresa, che non c’è stata, peccato perché il Siviglia è apparso un avversario alla nostra portata, soprattutto per una difesa non proprio irreprensibile.

La Lazio ha avuto la palla break iniziale, che Lulic ha miseramente fallito. Sempre indeciso sul da farsi con il pallone tra i piedi ha perso l’attimo per tirare in porta, è stato recuperato e forse su di lui è stato commesso un fallo che poteva portare all’assegnazione del rigore quando ormai il pallone era andato, ma è Lulic stesso a non protestare. Rassegnazione?
La stagione in UEL si può racchiudere nel suo errore (uno delle miriadi di errori commessi da Lulic in tutta la stagione fin qui giocata) e in quello successivo di Milinkovic Savic, che perde il pallone, a centrocampo, il Siviglia riparte più o meno come all’andata, 3 passaggi, tiro in porta non irresistibile respinto goffamente da Strakosha sui piedi di un avversario tenuto in gioco da Patric.
Difficile trovare una squadra che commetta tanti errori nel corso di una stessa partita come la Lazio di questa stagione, contro Frosinone e Empoli forse non li paghi, in Europa se trovi un Siviglia, come il Genoa in campionato, si.

Nel secondo tempo la Lazio ha provato a spingersi in avanti, pessimo il siparietto alla sostituzione di Patric che, a ragione, non apprezza di essere sostituito dopo 4 minuti dall’inizio della ripresa, sostituiscilo nell’intervallo o aspetta almeno 10 minuti. Inzaghi in questo frangente non brilla neppure come psicologo, oltre che come stratega e come comunicatore, dal momento che le sue interviste del dopo partita sono ormai tutte uguali, cerca solo scuse, senza mai affrontare temi tattici o tecnici.
In vantaggio numerico la Lazio trova diverse volte la via della rete, ma non è mai precisa e cattiva nel tiro in porta, pregevoli gli assist di Milinkovic Savic e Caicedo che mettono davanti al portiere Immobile e Acerbi, ma il risultato non cambia.
Entra Durmisi che si iscrive di diritto al club degli errori, ne commette due in pochi secondi, prima perde un pallone a centrocampo stile Lulic, poi si perde Sanabria che gli aveva tolto il pallone e che va a realizzare il raddoppio che chiude l’incontro, dopo che la Lazio era tornata in parità numerica per l’inqualificabile gesto di Marusic che consente all’arbitro di espellerlo e ristabilire la parità numerica.

La partita a Siviglia è stata il festival dell’errore, sintomo di poca concentrazione, poca tenuta fisica e mentale oltre che di una cifra tecnica insufficiente in troppi calciatori messi in campo da Inzaghi. Lulic, Caicedo, Patric, Strakosha, Marusic, Radu, non sembrano all’altezza di un torneo europeo, lo stesso Correa entrato nella ripresa ha offerto un contributo nullo, come poco concreto è stato quello di Milinkovic Savic e Immobile, per loro unica scusante una condizione fisica ancora precaria.
La Lazio esce da questa competizione europea con 5 sconfitte in 8 incontri, delle quali le ultime 4 sconfitte consecutive. Un ruolino inaccettabile e indegno per una squadra che dovrebbe avere l’ambizione di arrivare in fondo alla competizione. Ma che questa competizione “interessasse poco” o fosse subordinata, si è capito a Cipro quando la Lazio è riuscita a perdere contro un avversario che mai aveva battuto una italiana, precludendosi la possibilità di giocarsi la prima piazza nel girone all’ultima partita in casa.

Tutto quello che poteva essere sbagliato, è stato sbagliato, adesso per salvare in maniera dignitosa la stagione alla Lazio restano 4 partite, semifinali e finale di coppa Italia e derby.
Solo vincendo Coppa Italia e derby potrà essere parzialmente riscattata questa stagione.
In caso contrario più di qualcuno in società farebbe bene a cominciare a prendere carta e penna per vergare le proprie irrevocabili dimissioni.