di MagoMerlino


Classica partita dove il risultato finale farebbe pensare ad una prestazione dove chi ha vinto ha surclassato gli sconfitti per 90 minuti, invece risultato finale e prestazione sono diametralmente opposti, risultato finale ottimo, prestazione pessima, tenendo conto della caratura dell’avversario.
Eppure la partita si era messa nel migliore dei modi, nonostante, pronti via, a Lombardi fosse stato lasciato tempo e spazio per battere a rete un tiro finito di poco a lato, campanello d’allarme inascoltato. Dopo sette minuti Leiva mette Immobile nelle condizioni di saltare il portiere avversario con un pallonetto, il portiere interviene con le mani fuori dall’area di rigore, espulsione e Benevento, ultimo in classica, sempre sconfitto fuori casa, retrocesso da mesi e per di più rimaneggiato, in dieci.
Partita apparentemente in discesa con la Lazio che va in vantaggio grazie ad Immobile bel lanciato da Felipe Anderson, così quando tutto sembra pronto per assistere al gatto che scherza con il topo e ci si aspetta una prestazione dove la Lazio consenta ad Immobile di staccare definitivamente Icardi nella classifica cannonieri e magari di battere il record di segnature in una singola partita del campionato di Serie A Italiano, ecco che il campo riporta tutti alla realtà, la realtà di Cagliari Lazio e Lazio Bologna.
A riportare la Lazio nella realtà ci pensa Strakosha, Cataldi che forse non aveva mai segnato una punizione in serie A, trova una traiettoria che uccella Strakosha neppure fosse il portiere della Salernitana. Cosa stia capitando a Strakosha, che fino a qualche settimana fa aveva giocato un ottimo campionato, nonostante avesse palesato qualche limite nelle uscite e nei rinvii, tutte cose migliorabili con l’allenamento, è incomprensibile, forse è stanco, scarico mentalmente, il fatto di essere certo del posto non lo stimola a migliorare, sta di fatto che non è il primo errore che commette nelle ultime partite.

Il pareggio del Benevento, ultimo in classica, sempre sconfitto fuori casa, retrocesso da mesi e per di più rimasto in dieci, sembra il tipico incidente di percorso, ma la Lazio non riesce a trovare spazi, lenta, senza idee, non fa correre particolari pericoli alla porta dei campani, solo Felipe Anderson sembra in condizione di produrre qualcosa con il pallone tra i piedi, ma i compagni non gli offrono assistenza e il gioco ristagna fino alla fine del primo tempo.
Ad inizio ripresa, finalmente Inzaghi prova qualcosa di diverso, dentro Caicedo, fuori Bastos, tre centrali contro il Benevento, ultimo in classica, sempre sconfitto fuori casa, retrocesso da mesi e per di più rimasto in dieci, sembravano francamente troppi. La soluzione di Inzaghi sembra però non trovare riscontri nel miglioramento della manovra e nella creazione di palle gol, anzi è la difesa a dimostrare di essere un reparto in piena crisi, Patric si fa saltare da Lombardi sulla linea di fondo, il pallone dell’ex Laziale viene raccolto e battuto a rete da Guillherme, con i centrali imbambolati e solo il solito Parolo onnipresente a tentare di ostacolare la conclusione dell’avversario.

Benevento, ultimo in classica, sempre sconfitto fuori casa, retrocesso da mesi e per di più rimasto in dieci, in vantaggio 1-2, vergogna!

Fortunatamente il divario tra le due squadre è notevole e alla fine dopo un’ora di gioco dove Laziali migliori in campo erano stati Cataldi e Lombardi, la differenza viene fuori, la soluzione d’inserire una seconda punta che condivida con Immobile il peso di giocare sul filo del fuorigioco aspettando l’imbucata giusta, offre i suoi frutti, Luis Alberto pesca Caicedo che gira di precisione in porta il pallone del pareggio.
Probabilmente il Benevento, ultimo in classica, sempre sconfitto fuori casa, retrocesso da mesi e per di più rimasto in dieci, paga fisicamente l’ora giocata in inferiorità numerica senza che questo apparisse e mentalmente il sogno di una impresa fuori casa, il gol del controsorpasso definitivo lo segna De Vrij con un perentorio stacco di testa in area campana perfettamente servito da Luis Alberto da calcio d’angolo, mentre la resa definitiva è decretata dal portiere che sbaglia clamorosamente la rimessa in gioco servendo Immobile, che una volta evita la collisione con Caicedo, si invola a segnare la sua doppietta e a mantenere le distanze in classifica cannonieri.
A completare lo score ci pensano prima Leiva, con un sontuoso tiro a giro dal limite dell’area, a sancire un’altra prestazione da migliore in campo e infine Luis Alberto su rigore procurato da Nani.

La Lazio ritrova la vittoria, con un risultato tennistico, ma non il gioco, se davanti non ci fosse stato questo Benevento, ultimo in classica, sempre sconfitto fuori casa, retrocesso da mesi e per di più rimasto in dieci, vista la prestazione collettiva, la qualità del gioco espresso, probabilmente il risultato non sarebbe stato lo stesso.
La scelta di cambiare modulo da parte di Inzaghi è stata più obbligata dagli eventi che non una scelta ponderata per provare qualcosa di diverso. Marusic e Patric hanno deluso sia nella fase con la difesa a tre che quando sono scesi per fare la difesa a quattro, entrambi poco concreti in fase di costruzione, Marusic non ha mai saltato l’uomo e i suoi cross sono finiti sul primo avversario che aveva davanti o facile preda del portiere, entrambi sono apparsi in costante difficoltà in fase difensiva.
Luis Alberto è stato decisivo per gli assist, ma l’unica azione da Luis Alberto, palla al piede in progressione offensiva si è vista dopo 80 minuti di partita. Felipe Anderson è sembrato sempre sul punto di fare qualcosa di spettacolare ed in effetti il passaggio di rabona lo è stato, deve trovare continuità e concretezza. Immobile si è speso tantissimo, ma la stanchezza lo ha portato troppe volte a non riuscire ad evitare la trappola del fuorigioco. Decisivo Caicedo, come detto Leiva ancora migliore in campo e con il peso del centrocampo sulle spalle. Parolo come Immobile avrebbe bisogno di tirare il fiato, ma non possono, del resto se a Gennaio si fossero tenuti gli interessi della Lazio al centro dell’attenzione, forse qualcosa sul mercato si poteva trovare, da tenere presente come parziale giustificazione alle critiche che rivolgiamo ad Inzaghi.

Siamo nella fase decisiva della stagione, giovedì sarà importante chiudere subito la questione del passaggio del turno in Euro League, per provare a gestire il ritorno, dovendo giocare dopo 72 ore la partita più importante del campionato. Servirà ritrovare la Lazio vera, quella prima della sosta invernale.