di MagoMerlino


Partita disastrosa che se non pregiudica l’accesso ai quarti lo complica assai. Bisognerà vincere o pareggiare in Ucraina segnando 3 gol. L’atteggiamento della squadra visto ieri non è un gran viatico.
La Lazio è in crisi fisica e tecnica, altro che empasse momentaneo dovuto ai richiami atletici dopo la sosta, che ha portato alle tre sconfitte consecutive, con Milan, Genoa, Napoli.

La Lazio ha perso brillantezza e automatismi, se l’avversario fa densità il gioco della Lazio è sterile, appena c’è un po’ di spazio la squadra si distende e trova la via della porta avversaria, ma sembra più una concessione degli avversari, che non l’applicazione degli schemi che fino a dicembre sembravano a tratti incontrastabili.
Inzaghi continua a voler fare turn over, per la verità questa volta anche parzialmente obbligato, ma non ha i calciatori adatti, presentare in queste partite Murgia, che si applica generoso, ma è leggero e viene travolto fisicamente dagli avversari, significa far giocare la Lazio con un uomo di meno e gli avversari ne approfittano.

Il primo tempo si è giocato a ritmi blandi, poche idee e poca determinazione per mettere in difficoltà i non più che discreti avversari.
Il secondo tempo parte pure peggio del primo, la Lazio è ancora più lenta ed impacciata, fatica ad organizzare gioco e fatica addirittura a distendersi nella metà campo avversaria, perde troppo facilmente palloni che poi fatica a riconquistare, non riuscendo a vincere contrasti a centro campo.
Gli Ucraini passano in vantaggio con il solito errore collettivo della difesa, dalle marcature che non scalano a Strakosha che non riesce mai a prendere possesso dell’area piccola, la rete sa di beffa e ridicolo per quello che l’avversario è riuscito a combinare a un metro dalla porta.

Subìto il gol, la Lazio ha una reazione veemente, finalmente trova velocità e spazi, conquista palloni sulla tre quarti e Felipe Anderson, tra i più positivi, lancia preciso Immobile per il pareggio, poco dopo è l’evanescente, fino a quel momento, Milinkovic Savic che lancia Felipe Anderson per il vantaggio.
Sistemato il risultato la Lazio dovrebbe cercare il terzo gol che le permetterebbe di affrontare il ritorno potendo organizzarsi meglio, invece la squadra si riblocca e dalla panchina ucraina entra Moraes che inventa il gol del giovedì, tra le belle statuine in biancoceleste, portiere compreso.

Soluzione vincente dalla panchina, quindi, purtroppo dalla panchina della Lazio sono troppe partite che non esce una soluzione vincente e anche questo riporta a quando non si è voluto fare nel mercato invernale.
All’ultimo secondo Milinkovic Savic si riaccende e lancia Immobile il suo pallonetto è preciso scavalca il portiere ma a testimoniare che è da qualche tempo che ci dice pure jella, il pallone si ferma sul palo, con ovviamente nessuno che avesse seguito l’azione.

Considerazioni sparse sulla difesa, che sta diventando un problema, portiere compreso, ieri una bella parata, ma ormai gli avversari hanno capito che non esce e occupano stabilmente l’area piccola, in più continua a sbagliare rinvii senza soluzione di continuità.
Il centrocampo se non c’è Parolo o almeno Lulic, filtra sempre di meno, Leiva non riesce da solo a sopportare l’urto del centrocampo avversario e sta offrendo segni di stanchezza in quanto negli scorsi anni precedenti, non era più abituato a giocare tante partite consecutive.
Milinkovic Savic per Inzaghi è diventato il rebus principale, farlo giocare sempre e tenerlo in campo nonostante non riesca a tenere un pallone, nella speranza che, come ieri, si illumini improvvisamente e consenta alla squadra di ritrovare il suo gioco, oppure dargli qualche turno di riposo e provare Luis Alberto in tandem con Felipe Anderson?