di DinoRaggio


Partita con molte insidie, in verità più mentali che fisiche, un po’ come la 106 di mattina, quando i Comuni liberano le varie Polizie Municipali a caccia di soldi muniti degli adeguati autovelox, e che rende la Statale un circuito di Formula 1 durante un giro di Safety Car, specialmente quando c’è il motocarro (alias Ape Piaggio) o la solita Punto verde del ’99 guidata dal vecchietto con il berretto in testa.

Nessun pericolo di sfondare i limiti di velocità con la Lazio di ieri pomeriggio, anche perché mancavano due propellenti importanti come Biglia e Sergej, ed il centrocampo ne ha palesemente risentito limitandosi ai compiti di contenimento e lasciando l’onere e l’onore della costruzione del gioco offensivo al lancio lungo di Hoedt per Felipe Anderson, sperando nell’invenzione. Ma visto che il brasiliano era in un giorno “Potrei, ma non voglio”, le azioni offensive (?) Laziali erano perlopiù improduttive, ad eccezione di un inserimento in area di Patric che, su assist di Felipe Anderson, da posizione eccentrica colpiva l’esterno del palo.

Né l’Udinese, che prendeva possesso della zona centrale del campo, riusciva ad essere più pericolosa, con i Nostri (difensori e centrocampisti) che non si facevano irretire più di tanto dagli attaccanti friulani. Ne consegue che il primo tempo è stato come una gara di scherma nella quale gli schermidori si limitavano a muovere l’arma mai tentando l’affondo.

Nel secondo tempo, la Lazio cambia marcia, dalla seconda alla terza, inserendo Sergej e Basta. Superata l’Ape Piaggio (o forse anche la Punto verde del ’99), si assiste a qualche timido tentativo offensivo, mai però pericoloso per il portiere avversario. A metà della ripresa, Karnezis doveva ancora fare una parata seria. 5 minuti dopo, però, arriva l’azione che sblocca la partita; cross di Lulic, Immobile stoppa di petto e quando sta per calciare arriva un fallo di mano di Ali Adnan. Ciro, Parolo e (cosa più importante) l’assistente di porta di accorgono del tocco proibito e Pairetto fischia il calcio di rigore, impeccabilmente trasformato in rete dallo stesso Immobile spiazzando Karnezis.

Il resto della partita vede l’Udinese attaccare in prevalenza, alla ricerca del pareggio, con i Nostri che agiscono in rari contropiede e nei minuti finali, tenendo agevolmente il possesso del pallone ed arrivando senza grossi rischi al triplice fischio finale. Ora cerchiamo di toglierci questo autovelox mentale, perché c’è da correre parecchio e velocemente. E stare sempre concentrati.