“Il calcio pò esse piuma o pò esse fero” direbbe il grande Mario. E ieri è stato fero, pesante pure. Una sconfitta al termine di una partita dominata per 90 e più minuti, ma senza che questo dominio sfociasse in qualcosa di concreto, sia per la solita imprecisione sia per le parate del portiere avversario. Insomma, un Lazio-Crotone questa volta in versione beffa finale.

Mancavano due dei tre pezzi del tridente, il Felipe solitario è stata la solita, unica, imprevedibile fonte di azioni offensive, sull’altra fascia Lulic era in edizione limitata (dai suoi piedi), al centro Biglia stava incollato, almeno nel primo tempo, ai difensori mentre Parolo e Sergej spingevano più del solito. In attacco Djordjevic faceva quel che non poteva. I Nostri hanno iniziato la partita in maniera molto aggressiva, con un pressing altissimo che metteva in difficoltà i difensori clivensi.

Col passare dei minuti, però, la partita diventava più equilibrata, i gialli conquistavano campo ed i Nostri potevano avere un po’ più di spazio per le azioni, soprattutto sulla destra dove Felipe pareva ispirato e Basta, spesso e volentieri, si sovrapponeva. In porta, però, Sorrentino sembrava l’incarnazione umana di un polipo a 18 tentacoli. Insomma, il primo tempo era un deja-vu di quello contro il Crotone, il tutto però senza Immobile.

Nessun cambio all’inizio della ripresa, lo spartito rimaneva sempre quello, Lazio andante ma non troppo, Biglia decideva di scollarsi e di avanzare il giusto per qualche tiro da lontano ed appoggio alle punte, ma la Grande Muraglia clivense resisteva, che sia l’anno del Giallo invece che quello del Gallo? si chiedevano i tanti cinesi presenti all’Olimpico. Finalmente, ad un quarto d’ora dalla fine Inzaghi metteva dentro Luis Alberto e Rossi, la ricerca del gol diveniva spasmodica, ma gli esiti erano sempre più frustranti. Mentre i cinesi s’interrogavano, gli altri cominciavano a sfogliare il calendario cristiano alla ricerca di nuovi santi.

Tocca anche a Lombardi, la Lazio ormai è decisamente a trazione anteriore, forse troppo. Un indizio che il calendario con i santi potrebbe divenire utile si ha quando il Chievo sfiora la rete in contropiede con la palla che sìbila a fil di palo (destro) di Strakosha, sull’azione susseguente lo stesso brivido lo prova Sorrentino su tiro di Felipe Anderson. Finirà come in Lazio-Crotone? Sarà piuma? No, è fero. Altro contropiede clivense e segna Inglese all’ultimo minuto. Mentre i cinesi si sono tolti ogni dubbio, gli altri sfogliano utilmente il calendario, i tre punti prendono la via di Verona. Non ci resta che attendere il ritorno di Keita e Ciro, e magari anche il calciomercato.