di Dinoraggio


Senza Biglia, come faremo?

Era questo l’interrogativo, “angosciante” (tanto per cambiare…) che molti di noi avevano prima di questa partita. Mi è venuto in mente un brano di “Fever Pitch” (Febbre a 90) di Nick Hornby, quando l’Arsenal deve trovare il sostituto di Liam Brady, colonna dei Gunners passato alla Juventus:

“We never did replace him satisfactorily, but we found different people, with different qualities. It took me a long time to realise that this is a good way of coping with a loss as any”

Non serve necessariamente un vice-Biglia se si cambia il modulo in modo che non “serva” (rigorosamente scritto fra virgolette. Biglia fa sempre comodo, ma con alcuni moduli la sua assenza si sente di meno) Biglia stesso. Come direbbe Hornby, è un modo come un altro per far fronte all’assenza del Principito: cambiare modulo. Il prescelto per fare da perno al nuovo modulo è Parolo, nel ruolo di mediano fra i quattro giovani della difesa e i tre (+ Lulic) giovani del centrocampo, un ruolo che Marco aveva già assunto in Nazionale.

L’inizio coincide con una fase di assestamento del modulo, e nel primo quarto d’ora è l’Udinese a rendersi più pericolosa, in particolare con un tiro angolato di Kone parato da Strakosha, che avvia così la sua serata d’impegni. Una volta trovate le posizioni in campo, però, il centrocampo Laziale comincia a lavorare ai fianchi quello bianconero. Lulic e Sergej corrono e lottano moltissimo, mentre sulle ali Keita e Felipe Anderson fanno girare la testa ai terzini avversari.

Il gol arriva, una volta ancora, su calcio piazzato. Angolo girato di testa da Sergej verso il secondo palo dove Immobile ha il tempo di mirare e colpire di testa verso il palo opposto. Gol meritato e che dà il via ad un’ora di ottimo calcio da parte dei Nostri.

Il ritmo si mantiene alto, in difesa De Vrij dirige e se ne giovano i giovani compagni, in particolare Hoedt. Piuttosto bene anche i terzini, Patric più di Lukaku, quest’ultimo maggiormente efficace quando va in avanti che in fase difensiva. Quando non è la difesa a bloccare gli attacchi udinesi, ci pensa Strakosha che in un paio di occasioni è davvero bravo a respingere i tiri dei locali.

Più efficace in attacco è la Lazio, ormai padrona del centrocampo, che prima raddoppia con Keita su bell’assist di Felipe Anderson e poi triplica, pochi minuti dopo, con Immobile che segna al termine di un’elaborata azione, con un preciso diagonale alla sinistra di Karnezis. Tre gol che esprimono bene il dominio biancoceleste ed anche la facilità di manovra che caratterizza il secondo tempo Laziale, molto diverso da quello contro l’Empoli. C’è tempo anche per un palo di Lombardi, entrato nel finale, così come Djordjevic e l’esordiente Leitner. Insomma, una serata positiva, che conferma la duttilità della Lazio inzaghiana ed in attesa che entri nel giro anche qualche nuovo acquisto fin’ora più intravisto che altro.