di Rodolfo Casentini


Con la disfatta di stasera e cioè l’uscita dall’Europa League ad opera di un modesto Sparta Praga,si spegne definitivamente la luce sulla stagione della Lazio. Una stagione che questa estate nessuno poteva immaginare cosi deludente per quanto ci sia stato un mercato insufficiente.

Nessuno immaginava che molti stessi giocatori protagonisti in positivo dell’esaltante stagione scorsa, quest’anno facessero un percorso al contrario fatto dalla stessa intensità ma negativa. La società ha il dovere e coraggio di assumersi la responsabilità piena di questo verdetto implacabile che indica un lavoro fatto male. Fa parte del gioco del calcio sbagliare le decisioni, gli acquisti in fase di mercato o il non fare acquisti, preparazione atletica, e altri motivi. Nessuno è perfetto e nessuno è infallibile, ma tutto questo a patto che quando avviene, si faccia il mea culpa davanti all’evidenza dei fatti.

Io ho sempre detto e scritto che non si deve parlare prima ma quando tutto è avvenuto e con i fatti a parlare per il lavoro svolto. Ora che questi fatti sono accaduti ecco che mi esprimo per quello che ritengo giusto. le nove partite al termine del campionato non sposteranno ormai la lancetta della valutazione. La società ha fallito la stagione, ha fallito le valutazioni fatte questa estate insieme al tecnico, ha fallito la strategia di mantenimento di una posizione conquistata la scorsa stagione. Il tecnico ormai non ha più la situazione sotto controllo e la società già da ora deve prendere una decisione chiara e netta, mandar via Pioli a fine stagione o cedere molti giocatori che oramai non credono più nelle idee del tecnico. Più semplice e meno costoso mandar via il tecnico a fine stagione ( ora non servirebbe a nulla) se davvero si vuole tentare di ricreare una squadra competitiva senza cedere tutti i big (qualcuno lo cederei volentieri però) e prendere un allenatore motivatore
(Mihailovic?)oltre che discretamente bravo, e che stavolta incontri da subito anche i favori della piazza se non altro per poter lavorare con più tranquillità.

La società ora scopra le carte e dica apertamente cosa vuole fare e in che modo voglia programmare. Anche Lotito ora è giusto che faccia un’assunzione di responsabilità serena e senza comunicati enfatici e pittoreschi per certi tratti. bastano parole sensate, serene, ma sopratutto serie e senza più girare intorno al problema o accollarlo ad altri. Qui le colpe sono di tutti, società tecnico e giocatori, ma Lotito ora deve dedicarsi alla Lazio, se vuole rimanere al comando di questa società, deve cambiare passo in positivo, altrimenti meglio cercare aiuto o dare ad altri il compito di governare la barca. La linea di galleggiamento è solida ed è merito suo presidente che in questi anni ha saputo risanare una ferita indispensabile per poter continuare a vivere nel calcio di oggi, ma se non mette il motore che permette alla barca di andare più veloce e di raggiungere in tempi decenti la terra ferma, alla fine i rematori manovali che lei ha, si sfiniranno di fatica fino a non remare più lasciando la barca ferma in mezzo al mare, e la Lazio in mezzo al mare in balia delle onde e delle tempeste, non si lascia per nessun motivo al mondo.

Rodolfo Casentini