di Andrea De Pascalis


Grottesco! Scoppia il caso Pulvirenti e il magistrato inquirente spiega alla stampa che la A non c’entra nulla, che tutto è circoscritto alla B. Il tifoso laziale tira un sospiro di sollievo. Ne ha ragione ricordando la conferenza stampa convocata dai magistrati napoletani per divulgare alla nazione (pretendere che un magistrato taccia sulle indagini che conduce è come pretendere che Ruby si faccia monaca) che i club più compromessi in “calciopoli”sono Juve, Lazio e Fiorentina, e ciò ben prima che ci fossero rinvii a giudizio e processi.

Solo ora sappiamo cosa c’era dietro, quell’intreccio di forzature e omissioni ispirato da chi l’ha passata liscia. Agli squilli di tromba di Napoli hanno fatto seguito qualche anno dopo le campane a stormo agitate dal P.M. di Cremona, anche lui annunciante ai giornalisti prima di ogni processo che la striscia più evidente di partite truccate era da addebitare a Mauri e dintorni. Se ne sono giovati, come è noto, quei giornalisti ultras, giallorossi e non solo, annidati in alcune redazioni. Quindi, essere rimasti fuori dalla conferenza stampa calabrese sembrava già un passo avanti.

Pure illusione. Ecco lì che i soliti media provavano a indicare in Lotito il grande manovratore del torbido che inquinava la serie B. Quel Lotito che, dopo aver cercato di ostacolare fallendo la promozione di Carpi e Frosinone, come da interpretazioni capziose delle registrazioni opera del DG dell’Ischia, tale Pino Iodice, si sarebbe adoperato per aiutare il Catania di Pulvirenti a scampare la retrocessione. Oggi si scopre che l’aiuto di Lotito sarebbe consistito nel consigliare l’apporto di un paio di fattucchiere. Come cambia il mondo! Ai tempi di Lorenzo il ricorso ai “maghi” era diffuso e i giornali ci facevano su un po’ di giusta cojonella. Ora pare sia l’anticamera dell’illecito sportivo, un motivo valido per sbattere il solito mostro in prima pagina.

Ma è proprio Lotito il vampiro che si vuole trafiggere con il picchetto dello scandalismo nel petto? È lecito nutrire dubbi. La storia del calcio italiano degli ultimi 40 anni ha visto una discreta serie di campagne giornalistiche ispirate dall’idea che “Lazio delenda est”. Si ricordi la campagna condotta su La Gazzetta dello sport a fine anni ’70 da Mino Mulinacci, che accusava di tentato illecito la Lazio e Bob Lovati (il candido, l’immacolato Bob) per aver pagato a Oddi e Frustalupi, allora al Cesena, gli arretrati e niente più alla vigilia dell’incontro al Manuzzi tra Lazio e i romagnoli. La Lazio aveva vinto da poco lo scudetto, aveva alcuni dei giovani più interessanti del calcio nazionale e Lenzini già se la passava male. Darle una spallata verso la B era facile, chissà a chi faceva comodo.

Nel successivo autentico calcio scommesse la Lazio fece da capro espiatorio. Non era l’unica colpevole e lo sapevano tutti. Come fossero andate le cose sull’altra sponda del Tevere lo scrisse su Il Messaggero alcuni anni dopo, a prescrizione intervenuta, anche Gianni Melidoni. Ma all’epoca nessuno fiatò, era sufficiente inchiodare i biancocelesti.
Assolutamente ridicolo il “calcio scommesse” di Vinazzani. Niente era stato fatto, niente era stato tentato. Agli atti solo un cazzeggio tra amici intercettato da un magistrato poi diventato inquisitore FIGC. Eppure bastò perché i media chiedessero a gran voce la retrocessione della Lazio in C e quindi il suo fallimento. A salvare la pelle biancoceleste da una manovra fatta a tavolino fu un grande giornalista, Antonio Ghirelli, non a caso uomo di cultura e di coscienza soltanto prestato allo sport, che sparigliò il malaffare.

La campagna mediatica sul passaporto di Veron e la possibilità di togliere lo scudetto 2000 alla Lazio è storia recente, la ricordano tutti. Tornando a Pulvirenti e dintorni, certe teorie vanno riviste: Lotito sarà antipatico, smanioso di potere, prepotente, ma prima di pensare (come sembrano fare alcune frange del tifo biancoceleste) che, eliminato lui, la Lazio riacquisterebbe la pace, beh, ce ne corre. La pace la riacquisterebbe solo Lotito.