Chievo-Lazio 0-1 il commento


Cronaca di una vittoria annunciata.
L’avevo scritto in settimana. Contro compagini come questo Chievo, specie in trasferta, Reja ha gia’ trovato l’antidoto. La Lazio vista fin’ora, quella dei reparti corti, del centrocampo compatto e la difesa solida,  e’ immune a questo tipo di squadre. A squadre che giostrano prevalentemente per vie centrali,  che costruiscono le gare sul lavoro dei propri attaccanti , ma che hanno la coperta cortissima. Il mazzo di carte che mescola  domenicalmente Reja e’, in particolare dalla cintola in su, ricco di figure e di assi. E se un avversario, che dispone di fanti e scartine gioca a prestarle il fianco, finisce inevitabilmente per uscirne con le ossa rotte.
Lazio e Chievo si presentano in campo in maniera speculare. Rombo per entrambe , con Reja che preferisce Matuzalem in regia e da fiducia a Zarate in attacco. Il Chievo risponde con Bogliacino dietro alle due punte assortite e gli interni di centrocampo Marcolini- Bentivoglio davanti al vertice basso Rigoni.
La gara parte al piccolissimo trotto, con il Chievo obbligato a fare la partita nell’unico modo che conosce. Palla girata a centrocampo ad aspettare i movimenti incontro e poi in profondita’ delle punte. Piu’ su Moscardelli che su Pellissier che si piazza tra Dias e Radu aspettando il varco buono. La Lazio lo sa; non si espone e tanto meno si scompone. Osserva, studia e lascia sfogare per 10 minuti gli avversari senza affanni.
E appena decide di fare sul serio , e non siamo neanche al quarto d’ora, lo fa in maniera prepotente. Il centrocampo inizia a prendere confidenza , con Matuzalem , che Reja in settimana ha definito “il professore” , che sale in cattedra, e Mauri a fargli da assistente.
La Lazio inizia il suo monologo, fatto di gioco fluido ed occasioni da gol limpide. 27 minuti  e’ quanto trascorre tra il primo tentativo di Zarate, imbeccato da Mauri e murato da Sorrentino in uscita, e l’incredibile errore sottomisura dell’argentino su invito di Floccari che centra splendidamente al termine di un assolo ubriacante sulla destra.
In mezzo ci provano a turno un po’ tutti: Hernanes, Mauri in un paio di occasioni, Dias e ancora Zarate sfortunato a trovare il palo dopo un gioco di prestigio in area.
Mobili le punte che partono sempre larghe, grande densita’ nella meta’campo avversaria, possesso palla nettamente a favore. Questa la ricetta. Elaborata con ingredienti di qualita’.Gioca la Lazio e solo la Lazio. Che domina come squadra e stravince tutti i duelli personali. Da Lichsteiner che annichilisce Mantovani , a Mauri che spinge su Bentivoglio e Frey, a Matuzalem e Brocchi che cancellano Rigoni e Marcolini. In mezzo lo Zarate dei bei tempi che da solo basta per far girare la testa alla sciagurata coppia Cesar-Andreolli, perfino comici  (lo sloveno in primis) nella performance odierna.
Agli spettatori non resta altro che scommettere sul minuto in cui la Lazio segnera’ che e’ l’unico dubbio da sciogliere in una gara che dava la forte sensazione di essere gia’ decisa prima di cominciare e che, con il passare dei minuti, assume i connotati di una pratica che la Lazio sbrighera’ in modo spiccio.
Si va al riposo sul risultato di 0-0 ; risultato strettissimo per la Lazio , a cui sarebbe andato stretto anche lo scarto minimo, che paga la mancanza di concretezza in avanti e la buona vena di Sorrentino.
L’infortunio di Pellisier , ad inizio ripresa, e il suo avvicendamento con “el Diablo” Granoche , e’ la mazzata definitiva alle speranze di combinare qualcosa li’ davanti da parte dei Veneti. Che, infatti ripartono da dove avevano lasciato, continuando a produrre il nulla negli ultimi 25 metri . Ma hanno quanto meno il merito di allentare un po’ la pressione biancoazzurra.
Come nel primo tempo , alla Lazio bastano poco piu’ di 10 minuti per riprendere in mano il pallino del gioco; lo fa a ritmi piu’ compassati ma con la stessa intenzione di attendere l’occasione propizia per infilare l’avversario. Cio’ che accade inesorabilmente al 24esimo su un ribaltamento di fronte , cosi’ fulmineo da cogliere impreparato anche il regista, che vede Mauri trovare profondo Zarate e l’argentino incrociare da posizione defilata.
Su gol scacciacrisi di Maurito finisce la gara. Se non formalmente, perche’ mancano ancora 21 minuti (che saranno 26 con il recupero assegnato dall’arbitro Peruzzo), almeno virtualmente.
Perche’ la reazione del Chievo , tutt’altro che veemente , e’ riassunta in un destro al lato di Costant  (subentrato poco prima a Marcolini per un riassetto a 4 del centrocampo clivense) utile solo per riuscire a mettere un’azione dei padroni di casa nella rassegna filmata di “90º minuto”.
La Lazio finisce a tre dietro piu’ per prudenza che per reale necessita’ con Stendardo che prende il posto di Hernanes negli ultimi minuti dopo gli ingressi di Bresciano e Ledesma con cui Reja aveva disegnato, ma solo per pochi giri di orologio, una Lazio ad “albero di Natale”
Termina l’incontro sull’inquadratura di un Campedelli schifato in tribuna e quella che pesca la ben piu’ soddisfatta espressione della coppia Lotito-Tare.
Tre punti e testa della classifica (in condominio con l’Inter) il premio per la Lazio piu’ bella vista da inzio stagione. Bravi tutti, a cominciare da Reja che questa gara l’ha interpretata alla perfezione. Forse senza neanche grossi sforzi, perche’ la Lazio che ha plasmato ,per atteggiamento e disegno tattico , abbinati al valore dei singoli, e’ destinata , contro squadre alla Chievo , a portarsi a Roma diversi punti. Lettura corretta o magari solo un’ impressione. Sta di fatto che questa vittoria , a differenza della Snai che ringrazio , neanche la quotavo