Dobbiamo essere precisi. Sul “gioco pericoloso” non abbiamo ancora le idee ben chiare.

È gioco pericoloso quando, tentando di giocare il pallone, si mette in pericolo l’incolumità altrui e/o la propria. Tipici i casi della gamba alzata o della testa abbassata.
Quando NON C’È CONTATTO il gioco pericoloso viene sanzionato con una punizione a due.

Quando C’È CONTATTO, come nel caso di Milinkovic-Savic/Manolas, si deve sanzionare con una punizione diretta chi tenta di giocare la palla in modo pericoloso.
Il Regolamento è chiaro in questo senso e fa proprio l’esempio identico all’azione incriminata. Né conta il fatto che Milinkovic-Savic giochi la palla, palla che viene rinviata nettamente dando il via al contropiede.

La questione non è nella valutazione in sé, formalmente corretta, ma nel fatto che un minimo contatto non viene percepito da nessuno, a cominciare dall’arbitro stesso, come falloso.
Chi ha giocato sul serio sa bene che a fine partita si va a casa pieni di botte e contusioni; fosse sanzionato ogni singolo sfioramento ci sarebbero duecento punizioni a partita.
C’è anche da dire che:

1) la fisicità e le capacità atletiche dei calciatori moderni non rendono così innaturale, tutt’altro, la giocata di Sergej
2) Manolas arriva da dietro, non è Sergej ad ostacolare la sua giocata: entrambi cercano il pallone con una giocata “naturale” e dopo che il pallone viene giocato si toccano, come accade da sempre.

C’è un altro aspetto mostruoso in questa faccenda. Manolas resta a terra e ci sono tre possibili motivi:

1) si è fatto male per davvero, ma è palese non sia così
2) Confida nell’interruzione dell’azione. E fino qui siamo nella “norma” del campo
3) Ma se getta l’esca per la VAR, come penso, abbiamo un nuovo scenario: il mostro che, da mezzo passivo, diventa attore della partita. E non sarebbe la prima volta che questo accade

L’azione continua e Lazzari, che entra in area dopo aver sorpassato Hysaj in tromba, viene da lui frenato con un braccio appoggiato sulla spalla; resiste, entra in area ma il disturbo continua e il nostro cade, sbilanciato in modo decisivo.
Che abbia rinunciato a una grossa occasione per fregarsi il rigore non ci credo. E comunque nello spirito del gioco è molto più grave attaccare un avversario da dietro che scontrarsi accidentalmente.
Ma l’arbitro NON SE LA SENTE di dare subito RIGORE E ROSSO, sa che la partita finirebbe lì e siamo appena al quarto minuto: questa è la prima prova di malafede perché QUALSIASI ARBITRO anche in seconda categoria non poteva non sanzionare direttamente quella azione.
Ma Di Bello se la fa addosso e sorvola, tanto c’è la VAR: questa responsabilità se la prendano altri.
Senonché la VAR è già al lavoro, grazie agli operatori di ripresa Ciro Palummella e Gennaro Moccassoreta (per carità, certamente neutralissimi), per capire se l’agonia di Manolas sia ascrivibile a qualcosa che possa mandare a puttane l’intera azione: e, guarda un po’, c’è un bel contatto. Meglio di così che volevi?

Nell’ultimo campionato del mondo, dove la VAR è stata utilizzata come ausilio, nessuno sarebbe intervenuto dalla sala VAR per smentire DUE VALUTAZIONI fatte dall’arbitro centrale, giuste o sbagliate che fossero: perché non si tratta di errori palesi ma, appunto, di VALUTAZIONI.
A fine partita, Di Bello sarebbe stato sciacquato come un bottiglione dalla FIFA per il mancato rosso-rigore, e rispedito a casa per arbitrare in futuro al massimo le qualificazioni del Gabon.

E anche qui (sul mani di Mertens nell’azione del 2-0, nella foto, ndr), il Regolamento viene in soccorso ai Pucchiaccademammeta: se il pallone sul braccio ci finisce dopo aver toccato altra parte del corpo dello stesso calciatore, non è fallo, purché il braccio sia in posizione “coerente”.

Ci sarebbero due piccoli dettagli:

1) il tocco di mano comporta un vantaggio decisivo: senza quella fortunosa correzione la stop alla Ciccio Graziani l’avrebbe spedita chissà dove
2) Il Regolamento dice che il tocco VA SEMPRE SANZIONATO, anche se involontario (altra mostruosità) se porta direttamente o indirettamente alla segnatura di un gol

L’azione in realtà dura ancora parecchi secondi e quindi non ricadiamo formalmente in questo caso: ma le contorsioni regolamentari a cui da anni assistiamo sul fallo di mano hanno portato ad altre mostruosità.
Ti calciano il pallone addosso (vedi Immobile in non ricordo più quale partita)? È rigore se hai la mano aperta perché stai correndo, mentre se ti aiuti nel controllo non sei sanzionabile se prima ti ha sbattuto sul piede fucilato.

Lo scorso anno DUECENTO RIGORI in Serie A, il doppio di una media già molto elevata, quest’anno hanno dovuto correggere subito il tiro perché non ci stanno capendo più nulla.