di Anse Lazio


Tre punti pesanti in una partita dai mille volti.

Inzaghi e i giocatori si passano più volte lo scettro su chi si complica di più la vita, contro un avversario organizzato, fortunato (perché è culo più che bravura) sul gol e sfortunato sul rigore (che c’è, anzi ce ne stavano due) della vittoria.

Comincia Inzaghi con il solito schieramento incomprensibile, in cui un giocatore provato tutto l’anno da seconda punta viene schierato in mediana secondo il principio delle figurine; tutto pur di non toccare l’intoccabile 3-5-2.
Se ancora non ha capito che questo schieramento formidabile è tale solo se i due numeri 10 girano a mille, ormai siamo oltre l’incomprensibile.
Non essendo Luis Alberto il mostro, il poro Pereira gioca malino, in una posizione complicatissima da interpretare, lascia Mlinkovic-Savic e Leiva a farsi il mazzo davanti al dispositivo di pressing prevedibilmente schierato da Italiano, suggerisce in avanti solo una volta (ma da posizione di seconda punta), e rischia di farci giocare in dieci dopo il giallo subito. Bah…

Davanti vengono schierati un Immobile stanchissimo e un Correa stralunato, che giocherà una delle sue partite peggiori nonostante l’assist per il primo gol. Bah e bah…
Sulla sinistra Lulic, apparso in difficoltà, con Marusic trasferito in difesa per resistere ai pericolosissimi assalti di piripicchio e bento-bento. Bah, bah e bah…
Fortunatamente lo Spezia non approfitta della nostra situazione, ma regaliamo un tempo agli avversari con una squadra squilibrata e almeno tre giocatori in pessima forma. Correa sbaglia il primo di due gol semplicissimi.

Inzaghi corre ai ripari a inizio ripresa, inserendo con profitto Luis Alberto e Fares. Pochi minuti e, dopo l’ennesimo gol mangiato da Correa (veramente incredibile la sua incapacità di trasformazione in questo periodo. Tirasse bendato farebbe meglio), lo stesso argentino manda in porta Lazzari per il vantaggio.

Nel momento in cui Inzaghi rimette a posto la squadra i giocatori in campo decidono di fare a gara per rimettere in partita gli avversari, con il culmine toccato di fronte a un portiere volante che lascia la porta sguarnita e i nostri a impicciarsi.
Ovviamente questa sciatteria viene ripagata con il gol dell’anno inflittoci da una mezza sega che mai più toccherà i vertici delle cronache.

Il tutto quando Inzaghi finalmente decide di dare respiro a Immobile, ma, facendo la stessa caxxata di Milano, toglie anche Milinkovic-Savic.
Scrivere sulla lavagna di Formello un milione di volte “MILINKOVIC-SAVIC NON VA TOLTO MAI QUANDO IL RISULTATO E’ IN BILICO” aiuterebbe?
Ci ritroviamo con una squadra di contenimento e non di offesa, ma un corner ottimamente battuto – mi pare da Cataldi – e indirizzato verso Acerbi, appostato a pochi centimetri dalla porta, viene deviato con un braccio da un difensore spezzino.
Rigore che fa rabbia per chi lo subisce, ma ineccepibile a termini di regolamento, su cui il mediocrissimo Giua si fa i caxxi suoi.
Al VAR Guida (!!!), forse insospettito anche da una vistosa trattenuta su Caicedo, obbliga il cialtronesco arbitro sardo a rivedere l’azione, concedendo ovviamente il rigore magistralmente trasformato da Caicedo.

Finale tutto del ridicolo direttore di gara, che prima espelle Lazzari reo di aver ‘subito’ un fallo omicida da Agudelo (solo ammonito stammerda) e poi, non contento, completa la sua farsesca direzione espellendo Correa per un fallo veniale, il tutto dopo aver risparmiato più volte cartellini sacrosanti ai liguri (abnorme uno di Bastoni).

Goduria per la vittoria, e in un campionato complicatissimo va bene così. Ma permangono tante cose strane, tanti errori, alcuni davvero irritanti e inspiegabili.
Del resto sperare che si torni quelli dello scorso anno, in questo finale di campionato, non costa niente.