di Er Matador


La partita di stasera è un’occasione per fare il punto sull’organigramma della Lazio:

– GIOCATORI: discorso affrontato tante volte. In estrema sintesi: quanti risultano non all’altezza? Risposta altrettanto sintetica: troppi.

– DS: basta citare i 40 milioni spesi per Muriqi, Vavro e Fares, gli ultimi due con problemi fisici di cui era facile accorgersi prima di aprire il portafogli.
In una società che deve migliorare anno per anno, non potendosi permettere di rifondare in un’unica soluzione, intere sessioni di mercato toppate in serie costituiscono un’ipoteca sul futuro.
Tare è sempre stato incompleto, bisognoso quantomeno di essere affiancato da collaboratori in grado di sopperire alle sue carenze.
Ha fatto benino finché i soldi da gestire erano pochi: oltrepassate le Colonne d’Ercole dei 5-7 milioni a giocatore, è clamorosamente naufragato.

– ALLENATORE: i giocatori saranno quelli che derivano dai punti precedenti, ma lui ci mette del suo.
Uno per tutti, l’assenza di un piano B quando la squadra abbassa ritmi che nessuno potrebbe reggere per tutta la gara: anziché rallentare e gestire, la Lazio crolla.
Un limite atavico della sua gestione, uno fra i tanti a cui il facente funzione in panchina non ha saputo neppure immaginare una contromisura.
Per il semplice fatto che lui è il problema, non la soluzione.

– PREPARATORI ATLETICI: ancora una volta, la Lazio non ha i novanta minuti nelle gambe.
Corre poco e male; trasforma in decorsi prolungati, tortuosi e oscuri infortuni che altrove causano periodi di inattività molto più brevi; ha battuto ogni record negativo in materia, con la condizione fisica nella quale si è presentata alla ripresa dello scorso torneo.

– PREPARATORI DEI PORTIERI: Muslera se ne va e, da cartone animato, diventa portiere di livello internazionale.
Marchetti e Strakosha partono col botto, per poi conoscere l’involuzione in oggetti misteriosi o peggio.
Reina si propone come leader e giocatore di movimento aggiunto, con un solo difetto: la tendenza ai rinvii nella fascia centrale, anziché più defilati, col rischio di lanciare l’avversario in porta al primo contrasto perso.
Se ne accorge un signor Nessuno come chi scrive ma non, a giudicare dalla perseveranza nell’errore, i celeberrimi addetti ai lavori.
Stasera merita il suo primo “1” in pagella con due gol incassati sul primo palo a causa di una copertura imbarazzante, anche per un giocatore di movimento improvvisato in porta.
E puntualmente si butta troppo presto sul rigore, senza che nessuno lo corregga.

Questo limitandosi ai quadri tecnici: perché poi ci sarebbero Peruzzi, l’avv. Gentile, De Martino e, parlandone come da vivo, anche il buon Diaconale.
Tutte figure francamente non molto incisive nei rispettivi ruoli.
E senza dimenticare che il pesce puzza dalla testa.

In sostanza: dove ti giri ti giri appaiono personaggi palesemente inadeguati, eppure praticamente intoccabili o che comunque rimangono nel giro.
Forse sarebbe ora di mettere in discussione una simile filosofia gestionale.