Partita ostica contro un avversario che non lascia nulla all’immaginazione, si schiera a testuggine con undici uomini nella propria metà campo, praticamente un catenaccio anni ’60.

La Lazio affronta l’avversario senza alzare troppo i ritmi, anche per evitare di farsi trovare scoperta in caso di azioni di rimessa: come poi regolarmente avvenuto nel secondo tempo con un contropiede di Marin, direttamente da rimessa laterale per il Cagliari dalla propria metà campo.

La circolazione lenta del pallone permette al Cagliari di chiudere tutti gli spazi e Luis Alberto e Correa, che sono i preposti per creare la superiorità numerica, infrangono i loro tentativi sulla linea Maginot creata da Di Francesco sulla costa dell’area di rigore degli isolani.
La Lazio non si fa prendere dalla frenesia e scardina il bunker cagliaritano sull’asse Acerbi-Milinkovic-Immobile, i leader e migliori in campo.

I cambi conservativi di Inzaghi non aggiungono nulla alla partita e forse tolgono qualcosa nella capacità di ripartire contro l’avversario, che per forza di cose è costretto a cambiare atteggiamento e sulla tenuta difensiva.

Con la vittoria la Lazio raggiunge il quarto posto in classifica e potrà subito verificare se ha la possibilità di coltivare ambizioni di vertice.
La prossima è al Meazza contro l’Inter, vincere vorrebbe dire puntare in alto.