Inizio inzagherionano con Akpa schierato “come fosse” Luis Alberto, manco fossero giocatori di subbuteo, e con il Sassuolo pronto ad aggredire in quattro contro tre la nostra linea difensiva.
Djuricic che francobolla Leiva ci strozza sul nascere il possesso palla.
Pressiamo immotivatamente altissimi, allungando la squadra e beccando inevitabilmente il gol avversario.

Fortunatamente Inzaghi riprende possesso della panchina dopo dieci minuti: orchestra meglio i movimenti di Akpa (cursore su tutto il fronte di attacco in fase di possesso e accanto a Leiva quando siamo attaccati) e avvia il pressing venti metri dietro, tenendo la squadra corta.
I risultati si vedono presto, dato che dal quindicesimo giochiamo solo noi, fino al meritato pareggio del migliore in campo nella frazione.

Nella ripresa subiamo ancora una volta nei primi dieci minuti (più per i millemila falletti fischiati dal mediocrissimo Giua che altro) per poi riprendere il controllo della situazione fino al vantaggio dell’inesauribile Immobile, servito da un Marusic oggi praticamente perfetto.

I cambi inzaghiani, prima e dopo il gol della vittoria, si rivelano azzeccatissimi e la partita non termina con un punteggio più largo per il gol abnorme divorato da Escalante.
Grande vittoria, importantissima in termini di classifica.

Inspiegabile l’arbitraggio di Giua, mediocre quanto sfacciatamente anti-Lazio.
Il suo errore (e di chi era al VAR) più grande è l’incredibile mancata espulsione di Ferrari, oltre al tentativo di spezzettare il nostro gioco inventando letteralmente un fallo a ogni contrasto.
Uno schifo. Una vergogna. E suca pure lui, quindi…