di Zapruder


Io ho visto un approccio da torneo “altro” rispetto a quello su cui si è maggiormente concentrati: era vero l’anno scorso per la seconda parte di campionato rispetto alla Coppa Italia, è vero il contrario quest’anno.
Due i punti chiave in questo senso: uno, il gol di Insigne al 2′, causato da uno schieramento imperfetto, perché ci sta di essere saltati nell’uno-contro-uno, ci sta molto meno che il mezzocalciatore (in tutti i sensi) si faccia una passeggiata trovando sulla sua strada solo Luiz Felipe; due, la reazione di Leiva, che a mio avviso non ci sarebbe mai stata in una partita di campionato, ma è parsa altresì uno “scarico” delle tensioni accumulate lungo la strada.

Questi due episodi sono stati determinanti. L’errore di Immobile ci sta: prima o poi un rigore lo avrebbe sbagliato. Ma era un errore ampiamente rimediabile. Sciupare invece il vantaggio di un uomo a 70′ dalla fine, quindi con tempo, modo ed elevate probabilità che questo fosse decisivo, è molto grave.

Resta, in positivo, la coscienza di sé che ha la Lazio oggi: quella di una squadra che va a Napoli e attacca al muro i padroni di casa, dopo che per anni contro gli usurpatori della storia della SSC Napoli 1926 abbiamo recitato il ruolo delle vittime sacrificali, con qualche rara eccezione ma sempre vista come tale.

Domenica, la partita di ieri sarà derubricata a incidente di percorso, ovvero si darà il via a funerali e de profundis. Ma non cambia la sostanza di una squadra che ha scontato un po’ della fortuna fin qui avuta, e come dicevo l’approccio al torneo Coppa Italia.