Prestazione collettiva a tratti imbarazzante.

Inizia bene la Lazio, trova il gol con Milinkovic-Savic pescato da un cross preciso di Radu teleguidato da Inzaghi.
Poi, invece di provare a chiudere la partita mettendo sotto assedio gli ultimi in classifica, comincia un lento e stucchevole giropalla all’indietro, con i soliti tentativi vani di entrare palla al piede nell’affollata area avversaria.
Lento, noioso e improduttivo il gioco espresso dalla Lazio: col risultato che riusciamo a farci segnare pure da Simy, al quale basta una mezza finta per mandare in confusione Acerbi e bucare con una puntata a fil di palo l’incolpevole Reina.

Pur non riuscendo ad alzare i ritmi e trovare linee di gioco, la Lazio ritrova il vantaggio con Luis Alberto su assist di Immobile.
Tornati in vantaggio ci si aspetta di non ripetere l’errore di addormentarsi nuovamente; invece la Lazio riprende il suo gioco senza nessun furore e subiamo il secondo pareggio su rigore, per un evitabile fallo di Fares, segnato ancora da Simy che spiazza un arrendevole Reina.

Sull’asse Luis Alberto – Milinkovic-Savic la Lazio crea due ottime occasioni, ma ci deve pensare Caicedo, subentrato insieme a Muriqi a Immobile e Correa, a segnare il gol vittoria.

È indubbio che il gioco che Inzaghi vuole proporre non funziona più, per un generalizzato calo di forma dei calciatori e per le contromisure degli avversari.
Qualche alternativa si potrebbe provare, ma forse a questo punto manca la voglia di sperimentare qualcosa di diverso.
La stagione si sta lentamente immalinconendo, servirebbe una scossa per risvegliare l’animus pugnandi della squadra: la Champions potrebbe essere quella scossa.

Il calcio è strano, la Lazio va per evitare figuracce oltraggiose, vediamo se sapranno stupirci.
La qualificazione è complicata se non impossibile, ma una prestazione di spessore potrebbe dare la svolta per continuare la caccia all’Europa che conta.