Partita che si sapeva difficile e difficile è stata. Loro hanno letteralmente ammucchiato dieci uomini davanti alla loro area.

Nel primo tempo siamo stati un po’ troppo lunghi per paura di scoprirci, finendo per essere meno organizzati del solito. Anche così Cragno (veramente bravo, ma non fa più notizia) è stato determinante almeno  due volte.

Costruiamo la vittoria a inizio ripresa quando li tritiamo pressandoli alti e corti. Non ripartendo più hanno rischiato tre volte in cinque minuti fino al capolavoro di Milinkovic-Savic, capace di staccare contro Tripaldelli e Godin consegnando a Immobile la palla del match.
Trasformazione, per la milionesima volta, non banale di Ciro con tocchetto a disorientare il portiere, altrimenti Cragno prendeva pure questa.

La squadra non mi è piaciuta molto nel quarto d’ora finale, quando ci siamo complicati la vita da soli: con errori dei giocatori (Marusic), ma anche di Inzaghi che inventa una fascia destra da horror inserendo un Parolo in palese difficoltà accanto a un Marusic stanchissimo.
Bene Musacchio alla prima da titolare, apparso “dentro” il nostro tipo di gioco per niente banale nello scenario italiota.
Gli altri cambi sono puntuali (Akpa, Lulic, Escalante e Muriqi), ma forse Lazzari e Alberto avrebbero meritato più di Correa e Marusic lasciati in campo.
Nel recupero controlliamo bene conquistando tre punti pesantissimi.

La lista dei “sucatori” stasera è lunghissima, da “ti fidi di me” al grande mago del catenaccio sulla panca sarda.
Ma la palma del peggiore va certamente a Irrati, apparso mediocrissimo e pronto per la Lega Pro, non solo per la panza, ma anche per la capacità di inventare nuove tipologie di fallo in situazioni di gioco limpidissime.
Era il più pericoloso dei sardi e speriamo di ritrovarlo mai più nel prosieguo del campionato.