di MagoMerlino


La Lazio ormai è ridotta così, di chi la colpa non è dato sapere.
O meglio si sa, però ci sono state le 18 partite spettacolari, il trionfo in Supercoppa…
Un punto a partita in questa ripresa di campionato è una media da bassa classifica.
Le prime otto partite di campionato avevano una media di 1,5 punti, per una posizione di centroclassifica in linea con l’anno precedente.
Poi ci sono state 18 fantastiche giornate dove la Lazio ha tenuto una media scudetto.

A Udine affrontava un avversario al quale anche un pareggio andava bene, e lo ha accettato di buon grado quando ha saputo che il Lecce (remember Lecce?) stava perdendo 0-3 (?!?!?)  in casa con la Fiorentina.
Nonostante questo, è stata l’Udinese con De Paul (costa troppo non dobbiamo snaturarci: già abbiamo la risposta se a qualcuno venisse in mente di farci un pensiero, forse potrebbe essere preso in considerazione se più di qualcuno chiedesse la cessione) ad andare vicina nel recupero alla vittoria.

In campo la solita Lazio di questo incredibile periodaccio, lenta, involuta, macchinosa, imprecisa.
Crea poco in attacco: una girata di Immobile, un paio di tiri abbondantemente oltre i pali di Musso, dimostrazione che gente come Milinkovic-Savic e Luis Alberto – al netto degli errori, tra i migliori in campo lo spagnolo – non ci sta soprattutto con i sentimenti.
In compenso la Lazio crea molto per gli avversari, che sistematicamente ripartono ad ogni errore dei Laziali.
Ad iniziare la serie a metà primo tempo, quando ancora la “fatica” non poteva essere una scusa, provvede Jony: il quale, non riuscendo mai a passare il pallone a un compagno, lo passa a Lasagna che si invola in solitaria verso la porta Laziale, fortunatamente recuperato dai difensori.

Se nel primo tempo qualcosa si è visto, nel secondo tempo il nulla.
Inzaghi prova con le sostituzioni, ma l’ormai automatico cambio Jony-Lukaku non porta a niente. Inutile Jony, inutile Lukaku. Deprimente.
Annotiamo un paio di significative parate di Strakosha, e quindi evitiamo di sottolineare come anche lui si sia iscritto tra gli assist-man per gli avversari.
Quando Radu si arrende, probabilmente Inzaghi ci spiega, come meglio non potrebbe, cosa pensa del mercato della scorsa estate.
Al posto di Radu entra Bastos  che si posiziona a destra, spostando di conseguenza Ramos al centro e Acerbi a sinistra.
Ramos, che fino a quel momento aveva giocato una discreta partita, comincia a commettere errori per stanchezza e disabitudine al ruolo di centrale. Ammonito, fa in tempo a salvare un gol fatto dall’Udinese e viene sostituito.
Qui, se vogliamo, la “sorpresa”: entra Cataldi e Parolo viene spostato centrale sulla linea dei difensori. Parolo! In panchina, a disposizione di Inzaghi, Vavro e i suoi 13 milioni: e gioca Parolo centrale?
Indisponibilità dell’ultimo momento, spero, altrimenti sarebbe la più clamorosa bocciatura di un acquisto fatto da Tare da parte di Simone Inzaghi.

I cambi per la Lazio cambiano poco e niente alla deriva della partita, Adekanye porta un po’ di verve che si spegne tra i colossi, a suo confronto, difensori Udinesi.
De Paul coglie il palo nel recupero, altrimenti sarebbe stata un’altra beffa.

Ora la Juventus, sperando di riuscire a metter in campo una squadra che almeno eviti l’imbarcata.
Ci sarà da capire se effettivamente, oltre a Lulic, anche Marusic e, incredibilmente, Leiva hanno effettivamente concluso la stagione. Anche qui qualcuno dovrà delle spiegazioni.
Poi ci saranno Cagliari, Verona e Brescia, su cui poggiare le speranze di qualificazione Champions per evitare beffe e giustificazioni di sorta.