di MagoMerlino


Certe partite vanno vinte, soprattutto se la partita è un derby, ma se non vinci meglio non cercare troppe giustificazioni, anche se 4 pali 4 sono tanti.
Tenuto conto che davanti avevamo i maggiori esponenti del buciodiculismo mondiale, la cosa va messa in preventivo. Come l’arbitraggio del resto.

Sono d’accordo con le dichiarazioni di Inzaghi nel post partita: escluso quello di Leiva, gli altri sono stati gol sbagliati, da aggiungere ad almeno altri 4 falliti da Correa e Immobile.
Alla Lazio è mancata la fisicità a centrocampo con la velocità nei ritorni e nei recuperi, spesso i nostri hanno arrancato dietro gli avversari che provavano a ribaltare l’azione; fortunatamente soprattutto Acerbi ha tenuto alta la diga, mentre Leiva non è sembrato particolarmente ispirato.
I nostri avversari hanno tenuto botta soprattutto col furbissimo geko, che ha chiaramente calciato il pallone verso il braccio di Milinkovic-Savic, e Zaniolo – la cui mamma, come ci ha ricordato lo stadio è una meretrice tra le più conosciute – che ha sfruttato per i suoi tiri dal limite dell’area la giornataccia di Leiva, a tenere il risultato a loro favore anche il portiere che ha sfruttato l’imprecisione di Immobile e Correa.

Con Immobile sempre troppo isolato ed impegnato a girare per tutto l’arco dell’attacco, in modo da creare gioco e spazi agli inserimenti dei compagni, la Lazio ha messo diversi calciatori davanti alla porta, ma nessuno ha trovato la lucidità per segnare, ovviamente eccetto Luis Alberto nell’occasione del pareggio, con il pallone che per entrare in rete ha dovuto superare oltre al portiere altri due appostati dietro al portiere sulla linea di porta.
Le soluzioni di gioco della Lazio sono ovviamente passate per i piedi di Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Correa e Immobile e hanno ricordato il gioco straripante che per molte partite la Lazio aveva dimostrato due campionati fa, quando arrivati quarti, ma quinti a tutti gli effetti, la squadra andava completata.
Non è stato fatto l’anno scorso, sembra non sia stato fatto neppure quest’anno, dopo la scorsa stagione dove il gioco è complessivamente mancato a causa della latitanza per lunghi periodi di Luis Alberto e Milinkovic-Savic.
Il gol del pareggio nasce per una interdizione di Milinkovic-Savic a centrocampo, il passaggio ad Immobile, il lavoro del centravanti per offrire a Luis Alberto il pallone giusto, la precisione del piattone dello spagnolo che passa attraverso la rete di avversari.

Lulic, il cui impegno è encomiabile, ha tenuto in scacco l’intera retroguardia avversaria, anche perché nella sua zona si trovava a dialogare con Luis Alberto, Correa e Immobile, ma avrà azzeccato sì e no un pallone ogni 5 giocati, vanificando così una buona quantità di azioni manovrate.
In totale affanno poi in fase difensiva, dove anche Radu ha fatto il possibile, ma non il meglio che ci si aspetterebbe da quel ruolo. Dall’altra parte l’esordiente Lazzari nel primo tempo è stato poco coinvolto nel gioco, probabilmente per sua timidezza iniziale e per l’atavico problema di creare gioco con continuità dalla sua parte, molto meglio nella ripresa.

I difetti atavici hanno fatto in modo che la Lazio non sia riuscita a tenere completamente con continuità in pugno l’intera partita e abbia lasciato all’avversario il tempo e il modo per riorganizzarsi, senza riuscire a stringerla d’assedio.
Tra i difetti c’è sicuramente la poca affidabilità di Luis Felipe Ramos che costringe l’allenatore alla sostituzione dopo un terzo di partita, calcolando che a sinistra trovava le sue difficoltà Radu.
Alla Lazio manca almeno un centrale veloce che possa giocare dall’altra parte di quella dove potrà trovare posto Bastos, spostare a sinistra Acerbi per provare al centro Vavro al momento mi sembra una soluzione che toglie la garanzia offerta da Acerbi.
Nota a margine merita Strakosha, assoluto protagonista contro la Sampdoria, vittoria questa parzialmente ridimensionata dal Sassuolo, che se pur poco impegnato ha denotato i vecchi difetti: è apparso in ritardo su entrambi i pali colpiti dal figlio della meretrice e in difficoltà sulle uscite alte nella sua area piccola, dove ne ha bucate almeno due clamorosamente.

La sostituzione Parolo/Milinkovic-Savic ha offerto maggiori geometrie, ma ha tolto l’estro del serbo. Parolo non può diventare il sostituto di tutti i ruoli di centrocampo da Leiva a Milinkovic-Savic, alla Lazio sarebbe servito un centrocampista, magari ignorante, ma forte fisicamente sui contrasti, con facilità di corsa, rapido nei recuperi e nelle ripartenze.
Inzaghi si è raccomandato a Jony per la fase difensiva, a conferma che probabilmente ancora non è il calciatore che serve alla Lazio da quella parte per sostituire Lulic.

Tutto sommato 4 punti dopo 2 giornate sono il minimo che ci si poteva aspettare, quindi è un buon risultato, soprattutto se paragonato allo zero dell’anno scorso.
Adesso c’è la sosta e la possibilità per Inzaghi di affinare il lavoro, poi vedremo quanto le altre contendenti all’Europa si saranno rinforzate a fronte della nostra quasi totale immobilità sul mercato.