La vittoria della Coppa Italia riscatterà almeno parzialmente una stagione che ormai può definirsi disastrosa.
Perdere contro una squadra retrocessa che si presenta con quasi tutte riserve è indegno.

Inzaghi sbaglia formazione iniziale, trovi il coraggio di tenere fuori il disastroso Lulic degli ultimi tempi, ma rischieri Radu e quinti di centrocampo presenti Marusic e Durmisi? Perché non Romulo che quando ha giocato ha sempre offerto un rendimento discreto?
La squadra messa in campo da Inzaghi sbaglia completamente approccio alla partita. Senza gioco e uno straccio di schema il pallone ristagna lento tra i piedi dei Laziali senza idee.
Se fai giocare uno o due dei calciatori tecnicamente meno dotati ma inseriti in una squadra con una identità precisa di gioco, questi potranno contribuire al gioco supplendo alle carenze tecniche con l’agonismo. Ma se presenti una squadra infarcita di calciatori carenti e con solo 4-5 giocatori all’altezza della situazione e di questi solo un paio tentano di offrire al meglio il proprio contributo, mentre gli altri, chi per un motivo chi per un altro non ci riescono e neppure cercano di metterci ardore, questo è il risultato.

La Lazio ha giocato male dall’inizio e l’espulsione di Milinkovic Savic ha reso ancora più difficile la partita, agevolando il gioco del Chievo che neppure ha dovuto sforzarsi troppo per vincere e prendersi da retrocessa una soddisfazione.
Il primo tiro in porta la Lazio lo ha fatto all’ultimo minuto del primo tempo e questo già basta a capire la prestazione collettiva in una partita che avrebbe potuto ancora far sperare nel miraggio Champions League.

Ad inizio secondo tempo il disastro, con due reti subite in due minuti. La Lazio per scuotersi dal torpore ha dovuto attendere che i ragazzotti del Chievo calassero d’intensità e Inzaghi mettesse in campo Correa che per una decina di minuti a cavallo della rete di Caicedo, ha dato l’impressione di poter recuperare il risultato.

Questa partita, a prescindere dal risultato della Coppa Italia, sancisce il definitivo fallimento delle strategie, se possiamo definirle così, di Lotito.
Andranno cambiati gli uomini, a cominciare da allenatore e DS anche se la Lazio dovesse vincere la coppa Italia. Quando ti dai un obiettivo ambizioso come l’ingresso in Champions League e acquisti Durmisi e Berisha, non hai alibi.
Se non dovessimo vincere la coppa Italia, la dignità personale e professionale di allenatore e DS gli imporrebbe le dimissioni immediate e irrevocabili.