di MagoMerlino


Dopo la sorprendente vittoria a Milano contro l’Inter ci si aspettavano due vittorie contro due avversari quantomeno abbordabili, la Lazio esce da questo doppio confronto con un punto conquistato all’ultimo minuto di recupero.
Troppo poco per candidarsi autorevolmente alla conquista del quarto posto, nonostante la Lazio debba ancora recuperare la partita con l’Udinese, che viste le ultime due prestazioni non appare così scontata come avrebbe dovuto essere.
La Lazio quest’anno proprio non riesce a trovare continuità di prestazione e risultato, neppure le imprese che durante il girone di andata sembravano impossibili, contro xxxx e Inter sono riuscite a dare continuità sfruttando l’entusiasmo di queste vittorie.

Inzaghi passa dalla deludente prestazione di Ferrara, in cui aveva proposto la formazione standard a trazione anteriore, ad un’altra ancor più deludente prestazione presentando in campo Badelj, Parolo, Caicedo al posto di Milinkovic Savic, Leiva, Correa. Due formazioni che non possono giocare lo stesso calcio, due formazioni che devono avere schemi e moduli diversi adatti alle caratteristiche degli interpreti.
Tra l’altro entrambe le formazioni presentate nelle ultime due partite hanno anche sofferto delle prestazioni non proprio incoraggianti di Immobile e Lulic. Il calcio poi è strano e se la Lazio porta a casa l’unico punto di questo doppio confronto lo deve proprio ad Immobile e Lulic, il primo nelle vesti di assist man, il secondo di realizzatore.

Il turn over presentato da Inzaghi è stato più orientato a preservare dall’ammonizione i diffidati in vista della partita di sabato prossimo a Milano, che non nell’ottica di offrire con altri calciatori, nuove idee e stimoli nella partita contro il Sassuolo. Scelta lecita da parte dell’allenatore, ma risultata azzardata, perché il gioco è stato lento e macchinoso,  la Lazio ha mantenuto costantemente il controllo del pallone, poche le azioni da gol create nel primo tempo, praticamente solo una parata di Consigli su un colpo di testa.
La Lazio ha inutilmente provato a sfondare centralmente cercando le imbucate per Immobile e Caicedo, giocando poco sulle fasce per provare ad aggirare il muro difensivo del Sassuolo che si è presentato praticamente con lo stesso schema utilizzato mercoledì da Semplici a Ferrara, schermando la difesa facendo densità a centrocampo.
La Lazio è rimasta ingabbiata come a Ferrara e solo Luis Alberto, risultato alla fine il migliore in campo, nonostante il calo negli ultimi minuti, ha provato a portare scompiglio tra le fila del Sassuolo, senza trovare collaborazione nei compagni, tutti fermi ad attendere il pallone tra i piedi, praticamente lo spagnolo ha predicato nel deserto per oltre un’ora, fin quando nel secondo tempo Inzaghi ha deciso di far entrare in campo i “titolari” correndo il rischio dell’ammonizione.

Passata in vantaggio, ad inizio ripresa, su calcio di rigore realizzato da Immobile in una delle due uniche occasioni in cui il centravanti è riuscito ad essere concreto, la Lazio è di nuovo caduta nell’errore di abbassare l’attenzione dopo il gol realizzato, riuscendo a subire il pareggio grazie al festival dell’errore in area, a cominciare dalla facilità con la quale è stato permesso al Sassuolo di arrivare sul fondo, passando per la respinta di Radu sui piedi di un avversario a 2 metri, per concludersi con il mancato intervento di Patric e Strakosha, lenti di riflessi, per anticipare tal Rogerio….. praticamente ha impiegato più l’arbitro a decidere sulla concessione del rigore consultando il VAR che il Sassuolo a trovare il pareggio.

Arrivate in ritardo le sostituzioni di Inzaghi, la Lazio ha continuato a perdersi nella densità degli avversari, nonostante Correa riuscisse ad offrire maggiore brillantezza e Milinkovic Savic più soluzioni di gioco, proprio quest’ultimo ha chiamato Consigli alla paratona di giornata salvando all’incrocio il colpo di testa del serbo.
Impegnata a cercare di cavare il ragno dal buco, la Lazio si è fatta trovare scoperta e con tre passaggi il Sassuolo ribalta la partita con un veloce contropiede di Berardi, entrato in sostituzione di Matri. Troppo facile al momento di questa sostituzione prevedere il gol di Berardi, uno che quando gioca contro la Lazio trova troppo spesso la via del gol.
Nuovamente fatali come a Ferrara gli ultimi minuti di partita, ma se contro la Spal subito il gol, la Lazio nei minuti di recupero aveva continuato con un inutile ticche e tocche, ticche e tacche,  dalla propria area di rigore senza riuscire ad avvicinarsi con un minimo di furore all’area spallina, contro il Sassuolo la Lazio ha provato un timido assedio e all’ultimo minuto da azione di calcio d’angolo, Immobile pesca Lulic appostato a centro area a pochi centimetri dalla linea di porta bravo a sospingere il rete il gol del pareggio.

Adesso arrivano gli scontri decisivi dove non sarà più permesso sbagliare, non che fino ad ora lo fosse, ma da qui in poi sbagliare partita significa non centrare gli obiettivi che ad un certo punto della stagione sembravano alla nostra portata.
Decisivo il doppio confronto con il Milan, che da sabato sta protestando per i rigori non concessi contro la Juve. Servirà attenzione e le tre F che sembrano mancare da troppo tempo alla Lazio, fortuna, furbizia, furore e solo la prima non dipende dalla Lazio.