di MagoMerlino


Non basta l’impegno di chi scende in campo, se non hai gioco, se non hai qualità, se non stai sulle gambe e gli avversari vincono tutti i contrasti, corrono di più e meglio. Non serve ogni volta cercare giustificazioni estemporanee. Il Siviglia non è il Frosinone, non è l’Empoli.
Se già giochi male contro le peggiori squadre attualmente in serie A, non puoi pensare di ritrovare d’incanto gioco e forma fisica contro il Siviglia che può essere considerato un Atalanta, un Milan, una xxxx del nostro campionato, contro le quali regolarmente NON hai vinto una partita, una.

Il gol del Siviglia è la fotografia di tutti i difetti irrisolti di questa squadra. Pallone che arriva lento ai limiti dell’area avversaria, con la squadra che lentamente sale e si sbilancia in avanti, Lulic che come ormai di regola perde il pallone perché è lento nei suoi movimenti e non sa a chi appoggiare il pallone perché sono tutti coperti.
Il Siviglia che riparte, tre quattro passaggi e gli spagnoli entrano con tutto il pallone in rete, con i Laziali lenti e macchinosi nel provare a recuperare la posizione.
C’è una inquadratura che rappresenta al meglio questa lentezza che si traduce nell’incapacità di recuperare sulle ripartenze avversarie, si vedono Leiva e Marusic caracollare dietro l’avversario con il pallone senza riuscire a guadagnare un metro per provare a dargli pressione, i due danno quasi l’impressione di corrergli dietro senza convinzione, coscienti che non saranno in grado di recuperarli, confidando in un errore degli avversari nell’ultimo passaggio o nella conclusione a rete.
Errori che fortunatamente, dopo la prima rete, si sono ripetuti almeno un paio di volte e hanno consentito al risultato di mantenersi in una onorevole sconfitta per 0-1 che lascia qualche speranza di rimonta in Spagna tra 6 giorni.

Ma questa squadra, ridotta in queste condizioni, con i calciatori contati, decimati da un serie di problemi muscolari, in condizioni fisiche generali pessime, senza alternative di qualità valide, senza una parvenza di organizzazione di gioco, che deve giocare in trasferta contro il Genoa in campionato, dove si vorrebbe competere per la quarta posizione utile per la UCL, è in grado di ribaltare fuori casa il risultato di ieri sera?
O piuttosto la partita di ieri sera non sarà che una giustificazione alla prossima di Genova, che automaticamente si trasformerà per la giustificazione della successiva a Siviglia?

Se la Lazio non segna nelle tre-quattro occasioni che riesce con somma fatica e approssimazione a crearsi durante i 90 minuti, poi non c’è possibilità di far cambiare la deriva della partita, non si riesce a trovare ritmo, si continuano a perdere contrasti e palloni in ogni settore del campo, si arranca dietro agli avversari, praticamente si è in completa balia dell’avversario.
Caicedo assunto agli allori come l’ultimo eroe di campionato che con i suoi due gol realizzati contro Frosinone ed Empoli aveva portato 6 punti in classifica, ieri sera ha confermato di essere un buon giocatore ma assolutamente non all’altezza di essere l’unica punta in campo (unica di nome e di fatto, può una squadra impegnata in UEL presentarsi senza una punta di riserva in panchina? quale squadra di serie A, non possiede una terza punta?) quando la cifra tecnica dell’avversario sale dall’infimo livello delle peggiori squadre della nostra serie A, destinate alla lotta per evitare un’inevitabile retrocessione.
Stesso discorso per Correa, apparso troppo leggero e poco concreto contro i suoi ex compagni, così come Luis Alberto è apparso inconcludente. Nessuno di questi ha vinto un contrasto, difeso un pallone, tutti travolti dalla fisicità degli avversari.

Quali sono gli obiettivi credibili per questa squadra? Perché fa molto fico dire siamo impegnati su tre fronti, ma poi? Con queste prestazioni pretendiamo di essere protagonisti si tre fronti? O siamo semplici comparse? Non sarà il caso di mettere a fuoco un obiettivo perseguibile e provare a concentrarsi su questo?
Probabilmente la Coppa Italia è un obiettivo perseguibile, sono 3 partite, due in casa una fuori, la Lazio potrebbe essere in grado di affrontare la doppia semifinale con il Milan per approdare ad una finale contro un avversario che all’Olimpico potrebbe essere alla sua portata. Ma solo se si concentra e si allena per questo obiettivo.
Vincere la coppa Italia sarebbe importante per tanti motivi, anche quello di poter continuare con questo tran tran ignobile e far apparire la Lazio come una squadra vincente per continuare su questa falsariga. Le cose in generale non miglioreranno, ma almeno si vince qualcosa e sappiamo quanto sia importante vincere.

Le ipotetiche avversarie nei prossimi turni di UEL sono tutte oltre la portata di questa Lazio, certo sono partite affascinanti, ma che la Lazio affronterebbe esattamente come quest’ultima col Siviglia.
Il quarto posto in campionato per raggiungere la UCL è un obiettivo ambizioso ed affascinante, voluto ed inseguito da tutti, ma una volta raggiunto come si può pretendere di affrontare la serie A d’Europa con la squadra di ieri sera?
Perché non pensiamo minimamente che questa società, una volta raggiunta la qualificazione in UCL, cambi metodo. Dovrebbe essere chiaro a tutti, che così non sarà, come non è stato nelle precedenti esperienze. Non è questa società che anticipa i 60 milioni provenienti dalla UCL per acquistare i giocatori che servono con i curriculum giusti. La Lazio sempre verso prospetti come Berisha e Durmisi si orienterà.
Anche se sappiamo bene, sarebbe capace di peggio, ovvero affrontare la UCL con Vignaroli e Artipoli.