di MagoMerlino


Empoli e Frosinone sono in archivio, ma i prossimi avversari non saranno della stessa loro, bassa, caratura.
Vanno bene tutte le giustificazioni, soprattutto perché i 6 punti in qualche maniera sono arrivati e la Lazio resta nel gruppo dei pretendenti.
La partita con l’Empoli è l’ennesima dimostrazione delle difficoltà nel proporre gioco da parte della Lazio, sono emersi problemi di tenuta fisica, mentale e soprattutto limiti tecnici dei calciatori in campo. In particolare di quelli che non hanno giocato interamente tutte le ultime ravvicinate partite.
Quindi se è possibile giustificare ad esempio Radu, altrettanto non si può fare con Lulic, Correa, Milinkovic-Savic, Berisha.
Il centrocampo che avrebbe dovuto creare gioco a supporto di Correa a Caicedo era formato da Leiva, Berisha, Milinkovic-Savic, con il supporto laterale di Lulic e l’esordiente Romulo, ad eccezione di quest’ultimo, nessuno degli altri ha fornito prestazioni all’altezza delle aspettative.
Lulic è apparso subito oltremodo confusionario, Berisha ha girato a vuoto alla ricerca di una posizione e del pallone, Milinkovic-Savic lento e supponente, lo stesso Leiva non è sembrato al meglio della condizione e ha costellato la sua prestazione di errori che da lui non ti aspetti, almeno nella quantità.

La Lazio è riuscita ad innescare due tre volte Correa, che è sempre arrivato alla conclusione in maniera imperfetta e sprecato l’occasione, denotando anche lui una forma approssimativa.
Soprattutto nel contropiede nel secondo tempo, Correa non è riuscito a fare un altro paio di passi di corsa per aggiustarsi il tiro, lo ha invece anticipato mandando oltre la traversa dei pali della porta del rugby per il Sei Nazioni.
Buona per intensità e concretezza la prestazione di Caicedo, che si è procurato il rigore decisivo e lo ha realizzato con disinvoltura. Migliore in campo insieme al sempre concreto Acerbi.

La Lazio ha costellato la sua partita di errori grossolani, più volte facili appoggi ad un compagno si sono rivelati preziosi assist per gli avversari, fortunatamente davanti c’era sempre l’Empoli.
In questo autolesionistico esercizio si sono cimentati soprattutto Bastos, Berisha e Leiva. Bastos è stato quasi più efficace in proiezione offensiva che nella fase difensiva.

I cambi di Inzaghi non hanno migliorato il gioco, ma hanno aiutato la squadra a mantenere l’esiguo vantaggio e la porta di Strakosha inviolata.
Il portiere mai severamente impegnato dagli avversari si è nuovamente dimostrato incapace di trovare il tempo per le uscite alte in presa, come in area ci sono più di un avversario in pressione, lui è sempre indeciso sul da farsi e troppo spesso se ardimentoso decide di uscire, invece di andare in presa alta, respinge di pugno, rilanciando di fatto l’azione avversaria senza riuscire ad alleggerire la pressione degli avversari sulla difesa.
Questo del portiere è essere un argomento (uno dei tanti) al quale la società dovrà trovare soluzione.

Badelj e Cataldi hanno aiutato la squadra a portare in porto l’importante vittoria, ottima è l’impressione lasciata dall’utilizzo nei minuti finali di Pedro Neto, ha mostrato buona tecnica, intelligenza calcistica quando ha portato il pallone lontano dalla nostra area di rigore fino alla bandierina del calcio d’angolo e anche un discreto carattere quando ha rincorso un avversario provando a fermarlo falciandolo, rimediando un’ammonizione.

Adesso c’è il tempo per preparare l’importante partita di UEL nel doppio confronto con il Siviglia e poi affrontare la parte decisiva del campionato e la semifinale di Coppa Italia nel doppio confronto con il Milan. Le partite “facili” sono finite.