di MagoMerlino


Due minuti solo due minuti che sono costati alla Lazio almeno 3 punti in classifica. L’ultimo minuto contro la Sampdoria, il primo contro l’Atalanta. Comune denominatore la pochezza tecnica difensiva e la completa mancanza di reattività e concentrazione.
La Lazio costretta a recuperare poi si impegna, ma non c’è gioco, il pallone è lento e l’azione si schiaccia al limite della difesa bergamasca senza riuscire a trovare mai uno spiraglio per mettere un calciatore davanti al portiere, le uniche volte che ci si è riusciti l’attaccante era in fuorigioco a testimonianza che si sono persi (e non si trovano più come accadeva l’anno scorso) i tempi giusti di gioco.
All’Atalanta è bastato essere concreta, evitare errori e tenere sempre in apprensione la retroguardia Laziale, così dall’evitare di essere stretta d’assedio, Zapata ha tenuto in scacco l’intero settore destro della difesa Laziale sempre in affanno.
Poi l’Atalanta non ha creato soverchi pericoli, quello all’inizio è stato sufficiente a portare a casa i tre punti per una classifica che li vede in costante risalita dopo i problemi d’inizio campionato, probabilmente dovuti ai preliminari di UEL.

Inzaghi non riesce a (ri)trovare il gioco, la squadra è involuta, le sue dichiarazioni nel post partita sono sempre le stesse, mai un approfondimento tecnico, mai una spiegazione sulle scelte tattiche (quali, poi?), solo parole di circostanza a giustificare l’ennesimo risultato negativo di questa prima parte di stagione.
Milinkovic Savic continua a latitare, si trova tre volte a battere a rete dal limite dell’area non riesce mai ad inquadrare la porta, di fatto Berisha deve compiere una sola parata su colpo di testa. Immobile e Correa provano ad offrire movimento e profondità, ma il gioco non li supporta e finiscono pure loro nella rete di Gasperini, ennesimo tecnico che si è riuscito ad incartare Inzaghi e cominciano ad essere troppi.
Badelj, Parolo e Lulic dimostrano buona volontà ma non riescono mai ad essere decisivi, Badelj risulta lento e prevedibile, Parolo si impegna di più in fase d’interdizione, Lulic mette in area palloni troppo facilmente leggibili dal portiere o dai centrali. Marusic sembra fuori dal gioco e non riesce neppure  a dare copertura sulla fascia di Wallace che arranca contro Zapata.
Anche Acerbi in queste ultime partite sta mostrando qualche giro a vuoto, ha il merito di essersi trasformato in attaccante aggiunto e di aver segnato il gol del pareggio nel recupero, purtroppo la VAR lo ha escato con uno scarpino in fuorigioco, manca anche un po’ di fortuna.
Radu è in fase calante, l’anno scorso ha giocato la sua migliore stagione tra le ultime, difficile ripetersi a quei livelli.
Strakosha non offre alcuna sicurezza e nonostante ciò i compagni lo chiamano spesso a giocare con i piedi mettendolo sempre in difficoltà e a rischio di subire gol.

I cambi non hanno fornito la necessaria spinta per trovare un gioco che consentisse di arrivare costantemente davanti a Berisha, solo Luis Alberto è sembrato entrare discretamente nel gioco, Lukake e Caicedo sono stati impalpabili, ennesima  dimostrazione che la Lazio non possiede alternative valide, quelle acquistate in estate Durmisi e Berisìha continuano a latitare.
Il confronto tra Caicedo e Zapata ha dimostrato chi può giocare nel campionato italiano di serie A e chi no.

Forse è il caso di non continuare a fare raffronti con l’anno scorso, probabilmente nella scorsa stagione si è raggiunto il massimo possibile con questo gruppo, potendo fare affidamento su una stagione particolarmente illuminata dall’estro di alcuni e dalla maturità di altri, ripetersi è difficile, la squadra andava integrata, si è passata l’estate ad aspettare l’offerta giusta per cedere Milinkovic Savic e nel fra tempo si è fatto quello che si sta vedendo in campo, poco e niente, di certo molto meno di quello che serviva.

La società ora dovrebbe prendere provvedimenti, o cambiare tecnico e poi cercare in qualche maniera di accontentare sul mercato quello nuovo (che dovesse mai essere spero Mihajlovic), o provare a fare quello che non si è stati in grado di fare in estate.
Su entrambe le opzioni c’è un problema, che ha un nome e un cognome preciso, Claudio Lotito, il freno a mano tirato di questa Ferrari a pedali.