di MagoMerlino


La Lazio è una squadra con una sua precisa personalità e quadratura, merito di Inzaghi e dei calciatori che lo seguono.
La partita contro la Juventus è un preciso salto di qualità, oggi la Lazio sembra essere in grado di approcciare le partite importanti da protagonista e non da comparsa come accadeva fino all’anno scorso.
Puoi perdere per mera sfortuna come accaduto col Napoli, ma offri sempre la sensazione di possedere una identità di gioco precisa.
La Juventus dal canto suo ha i suoi problemi e mostra limiti dovuti molto probabilmente all’appagamento, è comunque squadra quadrata che però va a sprazzi, gioca e si ferma. Nella seconda parte della scorsa stagione poteva essere sufficiente giocare mezz’ora per portare a casa il risultato, oggi non lo è stato.

La Lazio nel primo tempo ha tenuto il campo dignitosamente, ha resistito agli attacchi juventini, è andata in crisi col pressing avversario sui difensori, ma non si è fatta travolgere, ha mantenuto la bussola in direzione corretta e appena ha potuto è riuscita a proporre il suo gioco.

La Lazio non ha giocato puntando sulle incursioni dalle fasce laterali, tanto che spesso Marusic è stato avulso dalla manovra, ma ha sempre cercato la penetrazione centrale, costruendo soprattutto con Immobile e Luis Alberto delle triangolazioni a velocità vertiginosa che hanno sempre messo in difficoltà la difesa juventina ancora imbattuta allo Stadium.

Il gol juventino si può considerare un errore collettivo della difesa, tutti poco reattivi nello stringere sull’avversario, Strakosha ha parato la prima conclusione ma nulla ha potuto sulla ribattuta dalla corta distanza. Gol, dopo qualche dubbio iniziale, apparso regolare sin dal primo replay. La Lazio ha assorbito senza sbandare, ancora bravo Strakosha su un tracciante di Kedira, cominciando ad impostare il suo gioco con pazienza e costanza. Superlativo Leiva, affidabile schermo protettivo davanti alla difesa, tutti i Laziali in campo hanno ingaggiato un duello tecnico e di tenuta fisica alla pari contro i titolati avversari.

Nel secondo tempo un Milinkovic Savic più concreto e meno lezioso ha saputo innescare l’intesa Luis Alberto-Immobile, che prima ha portato allo splendido pareggio di Immobile e poi al rigore modello Supercoppa Italiana, magistralmente realizzato dal centravanti.
La Juve reagisce con furore, portando pericoli soprattutto a causa dell’incerta prestazione di De Vrij, che prima si fa superare come un birillo da Higuain ed è bravo Strakosha a parare un rigore in movimento all’argentino, poi salta controtempo su un cross, fortunatamente non sfruttato dal centravanti che non si aspettava un buco simile ed infine non riesce ad opporsi efficacemente al tracciante di Dybala che si infrange sul palo.

Con la Juventus in costante proiezione offensiva alla ricerca del pareggio, la Lazio prova a costruire qualche contropiede per allentare la pressione e magari trovare il gol della sicurezza. Nani subentra a Luis Alberto che non sembra gradire, Caicedo sostituisce Immobile e Patric, Lulic.
Nani offre il suo contributo per tenere alta la squadra ed allontanare il pallone dall’area di Strakosha. Con un preciso contropiede Milinkoviv-Savic mette Caicedo solo davanti a Buffon, ma l’anziano portiere della Nazionale emula il più giovane dirimpettaio, evitando di piede il terzo gol Laziale.

Anche il finale di partita è sullo stile della Supercoppa Italiana di agosto, all’ultimo secondo è Patric a commettere la frittata con una entrata inconsulta che provoca il rigore. Si rinnova il duello dal dischetto Dybala contro Strakosha, ma questa volta il portiere ha l’intuizione giusta e para il tiro dell’argentino, sancendo la vittoria della Lazio in campionato a Torino dopo 15 anni e aprendo intriganti orizzonti al campionato della Lazio.
Bravi tutti, da Inzaghi a Strakosha passando per Luis Albero, Immobile e Leiva.