di DinoRaggio


Era un esame importante, un altro di questa stagione, quello più sentito. Ci siamo arrivati con buona lena, l’abbiamo forse preparato credendoci pronti. E poi siamo andati in campo, l’abbiamo pure tenuto bene per una ventina di minuti, un po’ come l’alunno che chiamato all’interrogazione, comincia a declamare a memoria “Né più mai toccherò le sacre sponde, ove il mio corpo fanciulletto giacque”, facile ricordare le prime righe, più difficile diventa col prosieguo del tempo, specialmente quando cominci a fare i soliti passi falsi (leggi coyonate) che da un po’ di tempo mancavano.

Far bene diventa sempre più difficile, gli altri non fanno molto più di te, ma nemmeno sbagliano. Il professore ascolta la declamazione, sornione, quasi che sapesse che prima o poi l’errore fatale arriva, basta saper aspettare. In effetti, già su un colpo di testa di Dzeko lasciato liberissimo arrivano i primi scricchiolii di memoria. E’ “a noi predisse” o “a noi prescrisse”? Nel mentre, riesci in qualche modo a portare avanti senza grossi errori la poesia fino al fatale errore: “il sonetto fu scritto nel 1803 da Giacomo Leopardi”. Coyonata, specialmente in area di rigore senza nessuna copertura.

Il prof. non crede alle sue orecchie, stava aspettando l’errore e puntualmente è arrivato. Ti guarda e punisce. “Vai a sederti”. Tu rimani allibito per un istante, poi ti rendi conto dell’errore e cominci con le bestemmie. E pensare che ti sentivi pure preparato, ed invece la cavolata ha rovinato una prestazione personale di Wallace molto buona. Ci mette il carico suo anche Marchetti, un altro che quanto ad errori non è parco. Ma ha giocato male la maggior parte dei Nostri, dopo un buon inizio.

Dopo il rigore / non rigore siamo lentamente ma inesorabilmente calati fino alla cavolata di Wallace. Forse c’era pure un calcio di rigore per noi ma il calo fisico e mentale è difficile da spiegare. Avevamo recuperato più di uno svantaggio nelle precedenti partite, ma questa volta troppi giocatori importanti si sono presi un pomeriggio di pausa. Il pomeriggio sbagliato.