Derby, un pareggio che conviene. Alla Roma.

Ma alla Lazio pareggiare conviene? Mica tanto.


Si sussurra di un pareggio annunciato nel derby, che converrebbe a tutte e due le contendenti. Si è partiti con le lagne napoletane sulla non contemporaneità dell’impegno che avrebbe sfavorito i partenopei, puntualmente poi sconfitti sul campo. Porta jella additare l’altro, soprattutto quando non si è proprio un esempio di fair play.
A sconfitta del Ciuccio celebrata, si ciancia di un pareggiotto che porterebbe in Champions entrambe le contendenti. Il che è una fregnaccia, perché solo chi arriva secondo è ammesso direttamente alla fase a gironi, che schiude i forzieri dell’UEFA e fa piovere soldi.
Il terzo posto apre le porte delle qualificazioni estive, dove, con temperature da girone infernale e in date acerbe solo per chi risiede nel sud d’Europa, si rischia l’osso del collo, non avendo certezze sulla forza dell’avversario. Proprio il Napoli l’anno scorso è stato sonoramente legnato dall’Athletic Bilbao, non proprio una corrazzatta ma un avversario dimostratosi sul campo insuperabile.
Quindi la furbata dove starebbe? Pareggiando nel derby la Lazio guadagnerebbe la certezza di non essere raggiunta dal Napoli, il che potrebbe tornare buono, dovendo andare a rendergli visita all’ultima giornata. Ma una cosa è blindare il terzo posto, altro è avere la certezza di accedere alla fase che conta della Champions, che si può ottenere direttamente, battendo la Roma e facendo risultato, poi, a Napoli. Risultati difficili da ottenere, che però hanno il pregio di essere alla portata, qui e ora, per una squadra palesemente in condizioni migliori rispetto alle avversarie, di cui si conoscono pregi, difetti e condizioni.
Insomma, la certezza di avere un compito difficile ma possibile da svolgere, contro il salto nel buio delle qualificazioni, con tanto di ferie accorciate. Il tutto per garantire agli acerrimi rivali di arrivare secondi? No, grazie.
La Lazio ha più da perdere che da guadagnare da un pareggio senza lottare. Intanto per l’immagine costruita in questo scorcio di 2015, da squadra che si batte e compete al massimo delle sue possibilità. Poi, per il ricostruito rapporto con i tifosi, che delirano per la banda Pioli. Infine, perché quello che toccherebbe alla Lazio in un siffatto tacito accordo sarebbero le briciole. Alla Lazio non conviene pareggiare, il pari è risultato di ripiego surrogabile, alla peggio, con un pareggio a Napoli. Un punto in due gare e il terzo posto è fatto. Sull’altro piatto della bilancia la possibilità di entrare in paradiso dalla porta principale e mettere in grave difficoltà l’avversario di sempre.
Per questo credo che la squadra se la giocherà come contro la Juve e anche di più, con buona pace di chi soffia per far crescere il venticello del pareggio annunciato. Venticello che gonfia solo le vele giallorosse. Cambiamo aria, che è meglio.