Dopo Viareggio, la Lazio Primavera in lotta per un unico obiettivo: raggiungere la final eight


Cos’è successo alla Lazio Primavera a Viareggio? La squadra che aveva incantato il pubblico di Tivoli si è spenta all’improvviso, come troppo spesso succede quest’anno alla squadra di Bollini, sul campo di Monterotondo Marittimo o c’è dell’altro? La verità, dicono i saggi, sta sempre nel mezzo, ed anche in questo caso non esageriamo nel dire che oltre alla fatica, una buona dose di sfortuna ha impedito ai biancocelesti di lasciare il segno in quella Coppa Carnevale che dal 1949 non è mai entrata in bacheca. Le condizioni infami dei campi da gioco, prima di tutto, con l'”Olindo Galli” di Tivoli dissestato da buche, ed il “Pian di Giunta” in provincia di Grosseto ridotto ad una risaia dalla pioggia ghiacciata, caduta per tutta la durata della partita. Per una squadra ricca di brevilinei ed amante della velocità come la Lazio, è stato un suicidio, ed infatti il Parma, piantandosi meglio nelle pozzanghere tra un errore del lituano Vilkaitis prima e del portiere Berardi poi, ha fatto in modo di proseguire una corsa interrottasi poi due giorni dopo contro la Fiorentina poi finalista.
Le note positive non sono però mancate, e vanno elencate perchè dovranno costituire i punti fermi sui quali dare la caccia alla final eight in campionato (accesso diretto garantito per le prime due in classifica nel girone). Le eliminatorie hanno visto la Lazio chiudere a punteggio pieno in quello che era di fatto il girone più difficile della Viareggio Cup. Battute due squadre straniere eccellenti, l’organizzatissimo Grasshopper e l’Anderlecht dei talenti africani naturalizzati, ed un Torino comunque squadra di vertice in campionato. Questo grazie alle prodezze di molti singoli. Nell’ordine, il solito straordinario Ceccarelli, autore di una tripletta contro gli svizzeri, e di tre prestazioni maiuscole prima di cedere al fango degli ottavi. Il ritorno di Di Mario, che ha ritrovato confidenza con il gol dopo una prima metà di stagione tormentatissima. Le grandi prove di Adeleke, che al di là della doppietta rifilata al Toro, ha confermato i tanti progressi compiuti sia a centrocampo che come esterno di difesa. Il ritorno in difesa di Crescenzi, che ha lottato provando a ritrovare al più presto la migliore condizione fisica, e tanto è mancato il suo compagno di retroguardia Campoli nelle fasi cruciali del torneo. Soprattutto, si è imposto come rivelazione il centrocampista nigeriano Onazi, dotato di una forza fisica spaventosa ed autore di uno dei gol più belli del torneo contro l’Anderlecht, e la sua mancanza si è sentita terribilmente contro il Parma, così come quella di Lorenzo Cinque, rientrato solo nel secondo tempo contro gli emiliani dopo quattro partite saltate per infortunio. Insomma, dopo gli addii di Perpetuini e Cavanda ed una laboriosa ricostruzione, anche a causa dei tanti infortuni, la Lazio ha ora il dovere di mettersi alle spalle le recenti amarezze e gettarsi con fiducia nel rush finale di campionato, anche per offrire una vetrina di livello, con la partecipazione alla final eight scudetto, a tutti questi talenti che potrebbero presto rappresentare un vero patrimonio da salvaguardare per la società.