Luis Pedro Cavanda, adagio con brio

L’esterno difensivo classe ’91 sembra aver superato quei limiti caratteriali che ne avevano frenato l’ascesa in prima squadra. Potrà essere questa per lui la stagione della consacrazione nella Lazio?


Dopo aver marcato Ronaldinho, e con successo per giunta, può venir naturale chiedersi quale sarà la prossima sfida. La risposta è: fermare Maisto. E farcela non è scontato… L’immediato obiettivo di Luis Pedro Cavanda è tutto qui: la strada imboccata sembra quella giusta, ma solo il tempo ed il campo potranno confermare se è nata o meno una nuova stella all’ombra del Centro Sportivo di Formello. Esterno difensivo dalla progressione travolgente, Cavanda è nato in Angola, a Luanda, il 2 Gennaio del 1991, ma è in Belgio, sua patria adottiva, che avviene la sua crescita umana e calcistica. Le biciclette della Freccia Vallone sfrecciano anno dopo anno sullo sfondo mentre il piccolo Luis sgobba sui prati verdi con la maglia delle giovanili dello Standard Liegi, club con cui si lega dai tempi della scuola calcio fino a quando la Lazio, alla fine della stagione 2006/07, lo va a scovare puntando su fra gli altri questo talento appena sedicenne per iniziare a ricostruire un settore giovanile in crisi. L’investimento si rivela da subito lungimirante, Cavanda diventa a stretto giro di tempo una star della formazione Allievi biancoceleste allenata da Stefano Avincola, abbinando all’indubbia prestanza atletica un senso tattico già ben sviluppato, benché migliorabile vista l’irruenza in fase offensiva. L’approdo in Primavera è fulminante, Cavanda realizza nel 2008 il gol della vittoria nel derby contro la Roma in occasione del memorial Sensi, ma sarà l’incontro con l’allenatore Roberto Sesena a rivelarsi per lui decisivo. Cavanda sembra infatti ormai un predestinato, tanto da cominciare a collezionare presenze (5 in tutto) nell’Under 19 belga, ma la sua attitudine a cantare e portare la croce allo stesso tempo, per le sue qualità di freccia delle corsie laterali, inizia a smorzarsi a causa di pecche caratteriali che pian piano vengono inesorabilmente a galla. Il tecnico però saprà usare magistralmente bastone e carota con il suo talento, soprattutto nel picco di massima tensione: nel 2009 Cavanda fa il suo esordio da titolare in prima squadra in Europa League, contro i bulgari del Levski Sofia, ma il 23 Gennaio del 2010, forse distratto dalle convocazioni con i “grandi”, si lascia andare ad un gesto di stizza una volta tornato ad indossare la maglia della Primavera. Richiamato da Sesena in panchina nel match contro il Catania prima della fine del primo tempo, Cavanda non gradisce e getta la maglia a terra, protestando platealmente per la sostituzione. Si teme che la storia tra il giocatore ed il club italiano che l’ha cresciuto sia giunta al capolinea, ma è qui che Sesena gestisce magistralmente la situazione. Porta comunque Cavanda in Versilia per la Viareggio Cup, e solo al termine della competizione lo mette fuori squadra, facendogli capire che ci sarà posto per lui nella Lazio solo se ritroverà la dedizione di un tempo. Restare fuori da gruppo, ma con una porta sempre aperta, restituisce a Cavanda quella concentrazione che regalerà il lieto fine a tutta la storia: la Primavera si piazza tra le prime otto d’Italia anche grazie al contributo di Cavanda, che in estate firma il rinnovo del contratto con la Lazio fino al 2014 ed entra nel giro dell’Under 21 del Belgio. In ritiro con la prima squadra, si distingue tra i migliori e l’allenatore Reja lo fa esordire in Serie A a Genova contro la Sampdoria il 29 Agosto 2010, per poi lanciarlo da titolare all’Olimpico il 22 Settembre contro il Milan, nella partita in cui mette in ombra Ronaldinho. Richiamato in Primavera dal neo tecnico Bollini per il derby, stavolta dimostrerà di aver imparato la lezione, offrendo un apporto decisivo nel 4-0 con cui la Lazio annienta i giallorossi. Questo potrà dunque essere l’anno della consacrazione di Luis Pedro Cavanda, in cui la sregolatezza lascerà spazio al genio? Tutto l’ambiente laziale se lo augura, consapevole che l’insidia è sempre dietro l’angolo: la settimana dopo il trionfale derby, la Lazio Primavera con in campo gli esperti Kozak, Perpetuini e appunto Cavanda è stata bloccata dal Frosinone e dal gol dell’attaccante gialloazzurro Maisto. Tanto per dire, sognare si può, ma senza mai abbassare la guardia.